Pace fatta, alla fine, tra il fondatore del Movimento Cinque Stelle Beppe Grillo e il Partito Democratico. Tra il comico genovese e il Pd, infatti, si trascinava da tempo una vecchia storia legale risalente ai tempi della presidenza del Consiglio di Matteo Renzi e che è stata definitivamente archiviata dal tribunale di Roma. Con un provvedimento del giudice Stefania Ciani. il Tribunale di Roma ha infatti considerato estinto il procedimento che vedeva contrapposte le due parti.
I fatti risalgono al 2016, quando il ministro Federica Guidi aveva rassegnato le dimissioni a seguito dell’inchiesta Tempa Rossa sull’estrazione petrolifera in Basilicata. Le accuse nei confronti della titolare dello Sviluppo Economico erano di aver favorito il compagno, interessato a un centro di estrazione, con un emendamento ad hoc. Grillo, che all’epoca aveva toni molto aggressivi con il Pd, aveva imbracciato la tastiera ed era subito andato all’attacco dei dem: “Fanno gli interessi dei parenti, degli amici e delle lobby” era stato il messaggio scelto per commentare la vicenda.Un post accompagnato da un’immagine di Matteo Renzi e Maria Elena Boschi che capeggiava poco sopra. Grillo, come ha ricordato il Foglio in queste ore, scriveva che la Guidi avrebbe “chiesto l’avallo della Boschi che – per blindarlo e assicurarsi che tutto andasse come doveva – inserì l’emendamento incriminato nel testo del maxiemendamento su cui poi, con il consenso del Bomba, pose la questione di fiducia”. Parole che avevano spinto il premier Matteo Renzi a chiedere al comico genovese un risarcimento da 1 milione di euro per quelle affermazioni. Le cose, però, col tempo sono cambiate: M5S e Pd sono ora al governo insieme a sulla vicenda è stata scritta la parola fine. Querela ritirata dal partito e causa considerata “estinta”.
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