È bufera per le teorie complottiste rilanciate da un’assessora di Alessandria in quota Fratelli d’Italia. Paragoni con i tempi di Goebbels che fanno rabbrividire. Il tutto in un post pubblicato da Cherima Fteita. L’assessora, nei giorni scorsi, ha condiviso un lungo intervento sui social sul Covid, ma anche su eventuali cure e teorie, prendendo spunto dal virologo Giulio Tarro, e ora in Comune chiedono le dimissioni. Nel post si leggono diversi punti che hanno scatenato la polemica, tra cui la previsione che “a brevissimo lo Stivale si colorerà tutto di rosso. E durerà fino a maggio”. E, secondo lei, la notizia del vaccino per il Covid serve solo per farci accettare il lockdown, nella convinzione che a brevissimo saremo liberi. Invece non arriverà nessun vaccino”.
Poi fa riferimenti anche alla “grande speculazione finanziaria” intorno al Covid che quando “l’intero sistema economico sarà collassato passerà all’incasso”. E sottolinea come il sistema sanitario non sia in ginocchio per il virus ma “per la nostra totale disorganizzazione (organizzata)”. Non mancano ovviamente attacchi ai medici, specificando che non hanno ufficializzato un protocollo di cure, e l’esponente di Fratelli d’Italia li ritiene “complici di questo scempio epocale”, che “hanno fatto di tutto affinché la situazione si ripetesse”.
Poi ha aggiunto che avrebbero fatto “sparire la clorochina. Non hanno potenziato la rete di medicina territoriale per curare i pazienti a casa e abbattere il modello ospedale-centrico, totalmente fallimentare contro questo virus”. E i media? Colpa loro, perché “la paura è stata indotta, ingigantita e strumentalizzata. Sembra di essere tornati ai tempi di Goebbels che indottrinò l’intero popolo tedesco, mentre le nostre forze dell’ordine non si oppongono per nulla”, riferendosi al tristemente famoso ministro della propaganda nazista.
Quando ha visto che si stava creando una discussione, l’assessora ha posto la domanda: “Una sintesi perfetta nella sua drammaticità?”. Ora sono arrivate le richieste di dimissioni da parte dell’opposizione. Quindi lei precisa a Repubblica: “Non sono assolutamente negazionista, la mia voleva essere solo la spinta per un’ulteriore riflessione. Ho incrociato quel post abbastanza forte, mi ha colpito e ho pensato che potesse indurre a ragionare. Non voleva essere a sostegno della tesi ma un’azione per alimentare lo spirito critico”.
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