Ancora una volta Vittorio Feltri sceglie di far discutere a modo suo. Con un titolo quanto mai inappropriato considerando che l’argomento, lo stupro di una ragazza, non è certo di quelli sui quali scherzare o entrare a gamba tesa. E invece ecco un editoriale che sembra più di una provocazione: “La ragazza stuprata da Genovese è stata ingenua”. Titolo seguito da una articolo subito finito del mirino degli utenti, indignati per il tono adottato.
“Su Alberto Genovese – scrive Feltri – napoletano trapiantatosi a Milano e qui arricchitosi smodatamente dopo gli studi bocconiani, ha già scritto abbondantemente il nosto ottimo Filippo Facci, pertanto non ho molto da aggiungere. Posso solo fare una chiosa, visto che della vicenda non si smette più di parlare, come fosse una novità che i drogati vanno fuori di testa e ne combinano di ogni colore il signorino di cui trattiamo consumava cocaina a strafottere e spesso la sera, per vincere la noia, organizzava nel proprio lussuoso attico dei festini con amici e soprattutto amiche che si concludevano con grandi perfomance gastrosessuali”.“Personalmente ho constatato che si fa fatica a sco… una che te la dà volentieri, figuratevi una che non ci sta”. E poi via a puntare il dito contro la povera Michela, la vittima della vicenda, che “
entrando nella camera da letto dell’abbiente ospite cosa pensava di andare a recitare il rosario?”. E pazienza se la diretta interessata aveva raccontato, ospite della D’Urso, una realtà terribile, quella di un sequestro durato oltre venti ore: “Quelle ore di paura non si possono neanche immaginare, io ho avuto paura di morire. Anzi io ho rischiato di morire. Ho avuto paura di non poter più rivedere mia mamma, mio papà, mia sorella, il mio gattino, i miei amici”.Pd e Italia Viva sono subito andati all’attacco di Feltri: “
Parole vomitevoli e disgustose” è stato il commento della senatrice del Pd, Simona Malpezzi. “Questa è violenza di genere, è vittimizzazione secondaria, è sessismo” ha aggiunto un’altra senatrice dem, Valeria Valente. “Disgustoso giustificare uno stupro. Non è libertà di stampa ma offesa a tutta la società” è stato invece il giudizio di Laura Garavini, vicecapogruppo vicaria Italia Viva-Psi.
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