Rompere con gli alleati o meno? Se lo chiede da giorni, ormai, Matteo Salvini, stretto nella morsa di una Giorgia Meloni che continua a rosicchiargli voti avidamente e un Silvio Berlusconi sempre meno affidabile: lo strappo in avanti sullo scostamento di bilancio, trascinando tutto il centrodestra verso il sì, ha spiazzato la Lega, che si è trovata costretta a seguire il Cavaliere dove non avrebbe voluto. La tentazione di uno strappo, soprattutto nei confronti del Cavaliere, c’è, insomma. Ed è forte.
Salvini sta pensando di bruciare i tempi della federazione del centrodestra e abbandonarsi al più classico dei “chi ci sta, ci sta”. Se qualcuno preferisce correre tra le braccia di Conte, è la sintesi, peggio per lui, andremo avanti lo stesso. Ma a frenare gli impulsi del leader del Carroccio è in queste ore la vecchia guardia, quella che fa capo a Giancarlo Giorgetti. “Questo è il momento della responsabilità, il momento di fare politica”.
Giorgetti in queste ore ha ricordato a Salvini i rapporti tra Berlusconi e Bossi: in più occasioni sono sembrati prossimi a un allontanamento definitivo, poi hanno finito per governare insieme. “Pensiamo al Ppe in Europa” è l’altro tasto sul quale batte il vicesegretario federale. Convinto che, d’altronde, a breve dalle parti del Carroccio si tornerà a sorridere.
Giorgetti ha indicato a Salvini quale sarà il passaggio chiave che finirà per mandare in tilt i giallorossi: il Mes. Con i soldi del Recovery Fund sempre più lontani, ostaggio del veto di alcuni Paesi e delle lungaggini di Bruxelles, il Fondo Salva-Stati fa gola. E il partito dei favorevoli è subito tornato alla carica, con il M5S che al momento continua a frenare. Prima o poi, però, dovrà probabilmente alzare bandiera bianca. Scatenando il definitivo corto circuito del Movimento e, forse, del governo.
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