Come annunciato, puntuale, Corrado Augias si è presentato questa mattina, 14 dicembre, all’ambasciata francese a Roma per riconsegnare la legione d’onore, il “gesto grave e allo stesso tempo puramente simbolico”, come aveva spiegato con una lettera in cui motivava le sue ragioni. L’ambasciatore, a sorpresa e senza alcuna richiesta di colloquio da parte di Augias, lo ha invitato a salire e lo ha ricevuto. Tra i due c’è stato un colloquio formale. Di fronte alle sue osservazioni sulla consegna della legion d’onore al presidente Al Sisi nonostante i casi Regeni e Zaki, l’ambasciatore ha ribadito che la Francia è da sempre impegnata sul fronte dei diritti umani.
L’ambasciatore avrebbe sottolineato “anche con trattative che non sono state rese note”. Corrado Augias a quel punto ha però ulteriormente replicato che mai si era arrivati a una cosa così assurda, nemmeno con Gheddafi con il quale c’erano rapporti anche consistenti, ma mai gli è stata data la legion d’onore. Il gesto di Augias ha suscitato grande eco. Il padre di Regeni lo ha ringraziato, mentre Sergio Cofferati, Luciana Castellina e Giovanna Melandri si sono detti pronti a restituire il riconoscimento.
“Grazie a Corrado Augias per la decisione di restituire la Legion d’onore poiché è la stessa onorificenza consegnata ad Al Sisi. L’esempio di Augias è di meravigliosa coerenza e di sostegno per le cause per i diritti civili”. Paola e Claudio Regeni, genitori del ricercatore ucciso al Cairo nel 2016, nel corso della trasmissione “Che tempo che fa”, hanno così elogiato la scelta dello scrittore. “Per il mio modo di intendere il mondo non è dato che possa ritrovarmi in compagnia di Al Sisi”, commenta Sergio Cofferati che ha deciso ieri di rinunciare alla sua Legion d’onore ricevuta nel 2001.
“Mi è stata consegnata per il mio lavoro nella difesa dei diritti dei bambini e contro lo sfruttamento dei minori”, ricorda l’ex leader Cgil che conosce la famiglia Regeni e ha portato avanti la loro battaglia quando era eurodeputato. Anche l’intellettuale Luciana Castellina ha deciso di rinunciare simbolicamente al titolo di ufficiale delle Arti e delle Lettere della Repubblica Francese: “È una brutta pagina della storia di questo paese. Un gesto, aggiungo, stupefacente, che nessuno si sarebbe aspettato dalla Repubblica Francese”.
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