In una lunga e puntuale analisi pubblicata su HuffingtonPost, Renato Brunetta smonta punto per punto il “piano Ciao” di Matteo Renzi. Brunetta, che conosce le regole del gioco, scrive: “E se la smettessimo di scherzare col fuoco? Per ottenere i 209 miliardi di fondi del Next Generation Eu destinati dalla UE all’Italia, suddivisi tra sussidi (grants) e prestiti (loans), ormai lo sappiamo tutti, il Governo italiano è tenuto a presentare a Bruxelles il famoso Piano Nazionale di Resilienza e Riforma (PNRR), entro il termine del 30 aprile 2021. A prescindere da considerazioni strettamente politiche, e lasciando per il momento da parte lo scontro tra Renzi e Conte, che francamente non ci appassiona in questo momento, tentiamo di capire le regole del gioco e cioè come va presentato il PNRR a Bruxelles”.
Spiega Brunetta: “La cosa più importante da considerare è che tutti gli Stati membri che presenteranno i loro piani nazionali alla Commissione lo devono fare secondo obiettivi e modalità di presentazione rigidamente prestabiliti da Bruxelles. Questi piani sono caratterizzati da elementi di forte formalismo e condizionalità (assolutamente condivisibili e necessari all’interno della complessità degli interessi nazionali). In sintesi, gli spazi decisionali a disposizione degli esecutivi nazionali (con la sponda dei relativi parlamenti) non sono così ampi come si potrebbe pensare. È evidente che, davanti ad un impianto così rigido, estremamente complesso e predefinito, al quale il Governo italiano si sta adattando da mesi, appare molto discutibile e strumentale, da parte di una componente della maggioranza, la presentazione di un controdocumento analitico che ha sì caratteristiche politiche e comunicazionali, ma che non può rappresentare affatto una alternativa strategica al PNRR”.
“Certamente – sottolinea Brunetta – si può opinare nel merito dei singoli progetti, sulla necessità di aggiungerne o toglierne, ma la questione incontestabile è che un programma come quello presentato da Italia Viva, certamente brillante, pieno di idee intelligenti e condivisibili, sarebbe però dichiarato irricevibile dall’Europa, perché del tutto disallineato, come dicevamo, con la rigidità degli obiettivi e dei criteri di presentazione che Bruxelles ha imposto. Mettiamoci l’animo in pace, le scelte politiche strutturali sono state già fatte dall’Europa, ed è cosa buona e giusta. Agli Stati tocca ora solo il compito di tradurre tali scelte in progetti coerenti”.
Aggiunge Brunetta: “Il piano ‘Ciao 2030’ presentato da Italia Viva, con relative slides, può sicuramente essere considerato un utile cronoprogramma politico e strategico, ma, lo ripetiamo, non serve a nulla, in questo momento, per il nostro dialogo con l’Europa. Non è quello che le istituzioni europee hanno chiesto, né come contenuti, né come struttura di presentazione. Può essere usato solamente in una ottica di partito, di legittima contrattazione all’interno della maggioranza, ma niente più. Insomma un fatto interno al Governo e alla maggioranza”.
Conclude Brunetta: “Stante il PNRR del Governo, allo stato progettuale avanzato in cui si trova, il ‘Ciao 2030’ si presenta come un contributo fuori tempo (avrebbe avuto senso al massimo se presentato a settembre, quando ancora non c’erano linee guida europee) e fuori luogo (perché presentarlo soltanto a pochi giorni dalla scadenza del PNRR ufficiale, sapendo che l’Italia rischia di non rispettare il cronoprogramma imposto dall’Europa?). Aveva senso presentare schede progetto integrative anziché delle slides su temi come la cultura, la lotta al sovranismo, che sono temi politici, non progetti da finanziare nell’ambito del piano europeo”. Sine ira ac studio, conclude il rozista.
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