Al contrario di quanto era trapelato nella mattinata di ieri, le ministre renziane Bonetti e Bellanova non si sono dimesse in occasione dell’ultimo Cdm sul Recovery Plan. Niente “game over”, almeno per ora, dunque. Ma tutto sembra essere rinviato solo di qualche giorno, forse già in serata, quando è attesa alle 17.30 la conferenza stampa di Italia Viva dalla Camera. All’interno del Cdm, riferisce Repubblica, si sono stati duri scontri tra le ministre del partito di Matteo Renzi da una parte e il premier Giuseppe Conte e gli altri alleati di governo dall’altra, soprattutto sul mancato utilizzo del Mes e sul numero di vittime causate dal coronavirus in Italia.
La crisi, però, non è ancora stata formalmente aperta, né le ministre renziane si sono dimesse: “In mattinata decideremo e nel pomeriggio lo comunicheremo alla stampa”, spiega il leader di Iv Matteo Renzi. Italia Viva ha riconosciuto i “passi fatti in avanti” nell’ultima versione del piano di investimenti. Ma, hanno evidenziato le esponenti di Iv, “rimangono troppe le criticità in un testo giudicato in drammatico ritardo sulle urgenze del Paese”. Le ministre renziane Teresa Bellanova ed Elena Bonetti hanno anche tirato in ballo il Mes e l’elevato numero di vittime generato dal coronavirus in Italia.
Due temi su cui si è aperto un aspro scontro con il premier Giuseppe Conte, ma pure con i ministri Pd. “Il Mes non è ricompreso nel Nex Generation quindi non è questa la sede per affrontare una discussione sul punto”, ha tagliato corto il presidente del Consiglio. Che poi ha invitato Italia Viva a “non speculare sul numero dei decessi in Italia per invocare l’attivazione del Mes. Un accostamento che offende la ragione e anche l’etica. Se fosse un problema di finanziamenti, come mai allora la Germania, pur investendo il doppio sulla sanità di noi, si ritrova adesso con il doppio dei morti giornalieri?”.
Alla fine il governo italiano ha comunque approvato il Recovery plan, un pacchetto di interventi da 222,9 miliardi. Un documento da 160 pagine che prevede, tra i vari ambiti di intervento, 46,18 miliardi per digitalizzazione e cultura, 68,9 per la rivoluzione digitale, 31,98 miliardi per le infrastrutture, 28,49 miliardi per l’istruzione, 27,62 miliardi per l’inclusione e la coesione (lavoro, famiglia, politiche sociali) e 19,72 miliardi per la salute. “Il consiglio dei ministri vara il Recovery Plan, il più grande piano di investimenti mai visto in Italia. Con le risorse europee ora il nostro Paese può cambiare davvero. È stato un gran lavoro, più importante d’ogni polemica. Ora via al confronto in Parlamento e nella società”, scrive su Twitter il ministro Gualtieri.
Oggi è in programma la riunione in cui Italia viva deciderà se far dimettere o meno le proprie ministre. Il premier Conte sente aria di crisi e convoca un doppio Cdm, uno in serata sul nuovo dl anti-Covid (con lo stato di emergenza che potrebbe essere prorogato al 30 aprile), l’altro giovedì sul nuovo scostamento per i ristori di gennaio. Un modo per mettere in cassaforte i provvedimenti più cruciali per il Paese in questo momento. Poi, se le ministre di Iv si dimetteranno, per il premier si potrebbe davvero aprire la strada della conta e del sostegno dei Responsabili.
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