Così Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani, in una intervista a La Stampa: “Chi spera in un governo guidato da me resterà deluso. Perché la soluzione è un Conte ter, con una maggioranza simile a quella che ha sostenuto l’ultimo esecutivo. Se non ci riescono, allora vedo le elezioni”. Le priorità, dice Cottarelli, sono altre rispetto a un “tira e molla” che “sta rallentando” la missione chiave del Paese: approvare un Recovery Plan e mettere in campo “alcune delle riforme che necessarie al Paese per portare la crescita a quel 2% l’anno che ci consentirebbe di recuperare il tempo perduto”.
Quanto alle previsioni del Fmi, i numeri, dice Cottarelli, “non mi sorprendono. Il 2020 si chiuderà con un calo del 9 per cento, più o meno quanto previsto dal governo. Forse Washington era stata troppo pessimista, perché le ultime stime erano uscite prima dei dati del terzo trimestre. Il 2021 è un caso po’ diverso. Il Tesoro aveva previsto una crescita del 6%, ma senza la seconda ondata. Ora la situazione è peggiorata”. In Europa c’è forte preoccupazione sul Recovery Plan italiano.
“Penso che i soldi ce li daranno comunque, l’Unione europea farà osservazioni ma il piano sarà approvato. Il problema riguarda il periodo successivo, è sull’esecuzione che vedo incertezze” afferma. Le dimissioni del premier Giuseppe Conte giacciono ormai sul tavolo del Capo dello Stato, ma per il momento sono poche le certezze su che cosa seguirà a questo passo. Di certo il governo attuale resterà in carica per il disbrigo degli affari correnti, in attesa che si profili una nuova soluzione fra le forze che siedono in Parlamento.
Per comprendere quali chance possa avere un governo Conte ter sarà necessario osservare da vicino le mosse di Forza Italia e Italia Viva, che potrebbero rivelarsi determinanti per la costituzione del nuovo esecutivo. Dei nomi che potrebbero prendere il posto di Conte, a parte Cottarelli che ha appunto smentito, si parla di Mario Draghi e dell’ex presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia, prima donna a ricoprire tale incarico, fra il 2019 e il 2020.
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