Una proposta a dir poco choc, quella arrivata dalla Regione Marche, sulla falsariga di quanto già accaduto nei mesi scorsi in Umbria: “No alla somministrazione della pillola abortiva Ru486 nei consultori”. Una partita, si badi bene, tutta politica. E che vede la firma del consiglio regionale guidato dal centrodestra, che sfidando le linee guida del ministero della Salute ha respinto una mozione, presentata da Manuela Bora, con cui il Partito Democratico spingeva la somministrazione della pillola abortiva all’interno dei consultori, visto l’alto numero di obiettori di coscienza e il mancato rispetto delle indicazioni del titolare della Salute Roberto Speranza.
Un voto contrario che sconvolge per le motivazioni, figlie di un clima che spaventa. A parlare per tutti è stato infatti Carlo Ciccioli, capogruppo di Fratelli d’Italia, che dopo essersi detto “supefatto dall’arroganza” ha incalzato: “
La legge 194 è una legge di stato e come tale va rispettata, magari rivista, poiché ritengo che vada applicata totalmente e non solo limitatamente alle norme di interruzione della gravidanza. L’accessibilità all’interruzione di gravidanza è sempre stata garantita, però chiarisco e rilancio sul merito politico”.A proposito di quel “però”, ecco poi la surreale spiegazione. Con tanto di esempio di una ipotetica “scuola media di Ancona frequentata solo da figli stranieri perché in quel quartiere non ci sono più figli di italiani”. “Un plesso scolastico che non ha più italiani – è stata la versione di Ciccioli – C’è stata una sostituzione. Per questa ragione occorre approvare subito una ‘194’ in difesa della libertà delle donne di fare figli, che permetta alle giovani coppie di accedere immediatamente al sostegno per la maternità, asili nido e scuole materne gratuite, libri di testo gratuiti dalle elementari alle superiori e gli attuali modesti assegni familiari finalizzati solo alle spese domestiche, implementati significativamente in caso di più figli. Allora sì che non ci sarebbe la sostituzione in quell’edificio scolastico. Anche gli italiani hanno diritto di vivere come popolo e di riprodursi, non dobbiamo essere ridotti come i nativi americani”.Un insieme di passaggi uno più grottesco dell’altro, in cui si arriva a sostenere che sia opportuno fare il possibile per disincentivare l’aborto delle donne italiane onde evitare pericolose “sostituzioni etniche” da parte di stranieri che fanno più figli di noi. Le Marche, come l’Umbria, dovranno alla fine adeguarsi alle direttive del ministero della Salute. Ma il clima che si respira resta veramente preoccupante.
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