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Ludo, affetto da mal di pancia cronico da due anni: “Questa non è vita”

Notti insonni in compagnia di boccette di sonnifero: è così che vive la sua vita Ludo Richard, nome d’arte di un attore di 27 anni di Torino, affetto da Colite Microscopica, un mal di pancia perenne che lo costringe a continue corse in bagno. Un disagio quotidiano il suo che dura ormai da due anni, e per il quale tutti i medici che ha consultato fino ad ora non sono riusciti a far altro che proporre cure inefficienti. Parliamo di un mal di pancia che Ludo ha da quando è nato, collegato alla Sindrome di Asperger, da cui è affetto. Una condizione per cui ha dovuto rinunciare a lavori per parti in fiction e film, trasferendosi da Londra, in cui lavorava come attore, in Italia, nel 2018, quando le sue condizioni di salute sono peggiorate.

Il giovane attore ha voluto raccontare la sua storia a Fanpage.it, racchiudendo tutto il suo sconforto in queste parole: “Questa non è vita, mi batte il cuore, respiro, ma sono bloccato, intrappolato. Non posso andare avanti così, devo risolvere in qualche modo”. Un senso di inquietudine, disperazione, il suo, senza che nessun medicinale abbia funzionato, dai farmaci veri e propri, agli integratori per la flora batterica. Ludo non riesce più a gestire la cosa sia a livello fisico che psicologico, non dorme da 2 anni e mezzo, da quando tutto si è aggravato, vivendo le sue lunghe notti insonni con le boccette di sonnifero a portata di mano e il bagno a due metri dal letto.Per ludo una possibile cura ci sarebbe, e si chiama Colostomia: un’operazione chirurgica che rimuove il colon e al suo posto mette un sacchetto per le feci, da svuotare periodicamente. I medici però sono contrari, dicono che è troppo giovane per un’operazione così importante e definitiva. Lui però psicologicamente si dice molto provato: “Non ce la faccio più a gestire questa cosa, sia fisicamente che psicologicamente. Non posso lavorare, non riesco a dormire da due anni e mezzo, da quando si è aggravato tutto. Cerco aiuto, delle notizie, un dottore che mi possa dare una mano, altrimenti non ce la faccio”.
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