Quindici anni fa è stata costretta a lasciare il suo paese natale, il Congo, e cercare rifugio politico nel Regno Unito. Da lì in poi, tra mille peripezie, ingiustizie e discriminazioni è partito il suo cammino verso il suo nuovo incarico di grande responsabilità nell’Università di Edimburgo. Questo è il riscatto di Debora Kayembe, avvocata e attivista per i diritti umani che dal primo marzo sarà la nuova rettrice prestigioso ateneo scozzese: “Non rassegnatevi davanti ad una porta chiusa, prendete tutte le possibilità che vi vengono offerte. Se dovrete correre per ottenere quello che volete, correte, se dovrete saltare, saltate”. Prima di lei solo due altre donne si erano trovate a rivestire questo incarico di grande responsabilità nel prestigioso ateneo scozzese, e Debora è anche la prima di origine africana: “Sono lieta e profondamente onorata di essere la prima persona nera a ricoprire la carica di rector dell’Università di Edimburgo. Sono pienamente consapevole dell’importanza del mio ruolo in un momento così critico – ha dichiarato Kayembe -. Il rispetto per i valori di umanità e gentilezza è al centro di tutto il mio lavoro e non vedo l’ora di lavorare con il personale, gli studenti e l’intera comunità universitaria, per garantire che tutti siano apprezzati”.
Nata e cresciuta a Kinshasa, in una famiglia benestante molto vicina a Mobutu, Debora ha scoperto a 19 anni che, a poche centinaia di metri da casa sua, c’erano bambini che vivevano diversamente da lei, nella miseria, senza cibo sufficiente, senza scuola. Così, mossa dal desiderio di non stare più ferma a guardare le ingiustizie, la povertà e le disuguaglianze delle persone accanto a lei, Debora decise di iscriversi a giurisprudenza, specializzandosi in diritto internazionale, e diventando poi un’attivista per i diritti umani. Nel suo paese condusse un’indagine su un massacro avvenuto a Bunia, capoluogo della provincia dell’Ituri, e raccogliendo prove schiaccianti che inchioderebbero il governo dell’epoca, la sua vita si trovò improvvisamente in serio pericolo. Le milizie armate che aveva smascherato infatti volevano ucciderla, e Debora fu così costretta a lasciare il proprio paese per il Regno Unito.
Grazie alla sua conoscenza delle lingue (oltre all’inglese, parla francese, lingala, kikongo e swahili), trova lavoro come interprete e traduttrice per la delegazione locale del ministero della Salute. Successivamente si mette in proprio e avvia una propria società di interpretariato. Nel 2011 si trasferisce in Scozia dove, a differenza dell’Inghilterra, il suo titolo professionale è riconosciuto. Nel 2012 lavora per lo Scottish Refugee Council e entra a far parte del suo consiglio di amministrazione. Nel 2016, viene chiamata a far parte della Royal Society of Edinburgh nella Commissione Africa. A luglio dello scorso anno, sulla scia del movimento Black Lives Matter, lancia la campagna Freedom Walk, un movimento per i diritti civili e contro il razzismo.Il riscatto come rettrice di Edimburgo
In carica dal primo marzo Risale a una decina di giorni fa la notizia della sua nomina a rector all’Università di Edimburgo, una delle più prestigiose del Regno Unito, al 5 ° posto in Europa e al 20 ° nel mondo nelle classifiche QS World University. Il suo mandato è di tre anni. La sua agenda è incentrata sulla lotta al razzismo e la promozione della diversità nell’istruzione superiore. L’entrata in carica ufficiale è fissata il primo marzo.
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