Mentre il M5S vive una delle fase più complicate della sua storia, tra espulsioni, cambi di vertici e scissioni, i big del Movimento non vorrebbero altro che fosse Conte a tornare da protagonista in campo e prendere le redini del partito. Ma l’ex premier pensa che non sia ancora il momento giusto. Vuole aspettare, temporeggia. E si gode un minimo di relax dopo tre anni di fuoco. Conte vuole restare ancora quello con il profilo “istituzionale e rispettoso”, poi – tra un po’ – tornerà sulla scena da leader del Movimento 5 Stelle, ma soprattutto da federatore dell’alleanza Pd-M5S. Ma tutti sanno che ora la ricomposizione del Movimento dipende in gran parte dalle scelte dell’ex presidente del Consiglio. (Continua a leggere dopo la foto)
Come spiega il Corriere, “le lodi che Luigi Di Maio gli ha tributato due giorni fa non sono passate inosservate tra i deputati e senatori nostalgici. Il ministro degli Esteri ha ringraziato Conte e si è augurato che il Movimento ‘lo possa accogliere a braccia aperte il prima possibile, perché è una grande risorsa per il Paese e incarna i nostri valori’. Troppo, per pensare che siano solo parole di circostanza. Sembra infatti che i rapporti tra l’ex leader dei 5 Stelle e il giurista pugliese non siano più improntati alla conflittualità di un tempo, ma anzi che ci sia tra i due un patto di collaborazione, destinato a durare almeno fino a quando il M5S non sarà uscito dalla tremenda crisi innescata dall’ingresso nel governo Draghi”. (Continua a leggere dopo la foto)
Un’altra apertura significativa nei confronti di Conte è arrivata da Alfonso Bonafede, fedelissimo dell’ex premier. L’ex ministro della Giustizia ha definito ‘positiva’ l’esperienza del governo giallorosso e ha unito il destino dei 5 Stelle con quello dell’avvocato degli italiani: “Il futuro del M5S non potrà che essere intrecciato a quello di Conte”. Ma il problema ora è il come.
L’idea dei “contiani” è che il professore “potrà entrare nel Movimento se il Comitato sancirà la vittoria dei moderati. C’è chi ritiene possibile la partecipazione dello stesso Conte alla corsa, magari per puntare alla presidenza del direttivo e chi invece medita sulla possibilità di modificare lo Statuto per ritagliare all’ex premier un ruolo ‘all’altezza per lui’, di leader o padre nobile”.
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