Pur avendo una regolare prescrizione medica per l’uso della cannabis terapeutica, a causa delle carenze del sistema sanitario era rimasto senza terapia. Walter De Benedetto, 49 anni, da 35 è affetto da artrite reumatoide. Per allievare i dolori della malattia, aveva deciso di coltivare da solo nel giardino di casa la cannabis necessaria per la sua cura. Però circa un anno fa i carabinieri si sono presentati a casa di Walter trovando la coltivazione illegale, e venendo così imputato di coltivazione di sostanza stupefacente. Lo scorso 23 febbraio De Benedetto è andato a processo presso il Tribunale di Arezzo: un’udienza preliminare in cui i giudici hanno accolto le richieste della difesa e hanno fissato il rito abbreviato al 27 aprile. “Mi assumo la mia responsabilità, ho fatto di tutto per essere in aula oggi per andare fino in fondo – ha detto De Benedetto, arrivato in Tribunale accompagnato in ambulanza, a causa delle sue gravissime condizioni – Questa è una battaglia in cui non ci sono solo io, credo nella giustizia e nella legge, mi sento a posto con la mia coscienza”.
La storia di Walter è iniziata nell’ottobre del 2019 con quelle piante di marijuana scoperte in casa durante una perquisizione dei carabinieri e quell’accusa davanti alla quale si è sempre professato colpevole. Colpevole di una cosa semplicissima: il diritto alle cure, anche quelle a base di cannabis terapeutica, regolarmente prescritta dai medici in caso di patologie come quella di Walter. Secondo l’uomo la causa del suo ricorso all’autoproduzione è stata dettata per supplire alla mancanza di prodotto a base di cannabis che il sistema sanitario non riusciva a garantire in termini quantitativi e qualitativi, malgrado fosse in possesso di un piano terapeutico previsto dal medico.
La patologia di Walter infatti, causa dolori lancinanti e per alleviarli il 49 enne utilizzava medicinali a base di cannabis, che però come ha raccontato l’uomo sui social “A un certo punto non bastavano più, e vista la difficoltà di poterne avere ancora tramite la Asl, ha deciso di coltivare in proprio la marijuana”. In una recente lettera di appello scritta al Presidente della Repubblica, Walter spiegava: “Io rimango, nonostante tutto, aggrappato alla vita. Ma il dolore non aspetta. Ed è un vostro dovere istituzionale confrontarvi con questa mancanza”.
Per combattere la sua battaglia, nei mesi scorsi De Benedetto aveva scritto anche un appello al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, e ai ministri della salute e della difesa per chiedere un incremento della produzione di prodotti a base di cannabis, e perché si arrivi alla legalizzazione della pianta.
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