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Il ministro del Turismo leghista che scrive “Prima il Nord” sul suo sito

Nonostante gli sforzi fatti per rinnegare, in apparenza, il passato e darsi l’aria di un partito di ampio respiro, che si rivolge ai cittadini di tutto lo Stivale, la vecchia Lega torna a fare di tanto in tanto capolino. E a far discutere, come sempre. E così, ecco che sulla pagina personale del neo ministro del turismo, Massimo Garavaglia, esponente di spicco del partito di Matteo Salvini, qualcuno si è accorto che capeggiava una scritta piuttosto eloquente, “Prima il Nord”.

Non proprio lo slogan ideale per chi, almeno sulla carta, dovrebbe occuparsi di rilanciare un settore messo in ginocchio dalla crisi economica in tutto il Paese, non certo soltanto nella parte settentrionale. E non il miglior biglietto da visita per quei cittadini che si aspettano aiuti concreti, e presto, in ogni Regione, costretti a fare i conti con le restrizioni imposte dalla crisi sanitaria. La scritta non è ovviamente passata inosservata e, anzi, ha già portato a una vera e propria insurrezione virtuale.

Il noto portale di promozione turistica Visit Italy, fondato dagli imprenditori partenopei Ruben Santopietro e Paolo Landi, ha infatti subito chiesto la rimozione di quel messaggio, decisamente non in linea con la mission di Garavaglia. Le notizie e i comunicati stampa sul sito personale dell’esponente della Lega nominato dal governo Draghi sono fermi al 2017 / 2018 ma “un rappresentante delle istituzioni così attento al web dovrebbe rimuovere dalla propria pagina messaggi che dividono il Paese” secondo Santopietro.

Questa è, tra l’altro, la seconda volta che Santopietro e il ministro della Lega si trovano ai ferri corti nel giro di pochi giorni. Il primo episodio era avvenuto nel salotto di Porta a Porta su Rai 1, dove Garavaglia aveva dichiarato: “Dobbiamo investire nel digitale, avere una piattaforma che funzioni bene è fondamentale oggi, se un americano cerca ‘visit Italy’ non trova italia.it, ma un sito di un privato”. Pronta la replica di Santopietro: “Triste lavorare per anni ad un progetto, ottenere anche dei riconoscimenti a livello europeo, per poi essere considerati quasi come un problema da un ministro della Repubblica Italiana. Siamo sicuri della buona fede ma le sue parole hanno chiaramente un tono provocatorio. Ancora oggi, nel 2021, la sensazione è che la politica veda il privato più come un nemico che come un alleato”. 

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