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Christian, vescovo 43enne più giovane al mondo: “Perché non c’è età per amare il prossimo”

A 43 anni padre Christian Carlassare è stato nominato da Papa Francesco vescovo della diocesi di Rumbek, diventando così il sacerdote più giovane al mondo ad ottenere questa carica. Nato il 1° ottobre 1977, padre Christian originario di Piovene Rocchette in Diocesi di Padova, è missionario in una delle aree più difficili del mondo, il Sud-Sudan. “Quella del vescovado è una grande sfida – ha detto il sacerdote al Corriere della sera -, ma non c’è età per amare la gente”. Un incarico che corona una lunga attività nel Paese africano che solo da un decennio è Stato indipendente e che da diversi anni vive conflitti etnici interni molto forti. Uno scenario che padre Christian affronta da 16 anni, quando ha lasciato l’Italia per avviare il suo percorso missionario in diverse parrocchie del Paese, prima di diventare vicario generale della diocesi di Malakal, nel 2020.

Per il neo vescovo la sua giovane età non sembra essere un ostacolo per il suo percorso pastorale in Sud-Sudan, definendola lui stesso al contrario un grande punto di forza: “Essere giovani qui è un aspetto importante, visto che più della metà dei cittadini del Paese ha meno di 18 anni. In questo senso una persona giovane penso possa dare un grande contributo. Inoltre viviamo in ambienti molto difficili con spazi vasti, il grande caldo, molte zanzare e forse un giovane riesce ad adattarsi con più facilità”.

La situazione del Sud-Sudan alle prese con il Covid
“A livello sanitario qui c’è un numero di medici e cliniche molto inferiore ai reali bisogni – ha spiegato il neo vescovo -. Come Chiesa abbiamo dei dispensari in ogni missione, si cerca di fare quel che si può. Ci sono persone che muoiono di malaria, di tubercolosi, di parassiti intestinali e le persone sono così abituate a questi gravi malanni che sentono il Covid come uno si questi”.

“Per fortuna in Sud Sudan ci sono meno casi rispetto all’Europa: a oggi sono circa duecento al giorno ma meno casi gravi. Però per sottoporsi a tampone bisogna andare nella capitale (Giuba, ndr) o in pochi altri centri”.

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