“Nostra figlia non esiste più”. Così Patrizia Coluzzi, 41enne, aveva avvisato della morte di sua figlia Edith, 2 anni, il padre della bambina. Dall’autopsia è emerso che la piccola è morta per asfissia in un appartamento a Cisliano, in provincia di Milano. Una morte per la quale risulta indagata per omicidio volontario la madre, che i carabinieri avevano infatti trovato in stato di shock accanto al cadavere della figlia. Dalle indagini sono emersi gli ultimi messaggi che la donna ha lasciato al marito e ai suoi due figli: “Scusa piccola ma non potevo permettere che restassi nelle sue mani sola”, ha scritto Patrizia in un biglietto è appiccicato allo specchio sopra la testiera del letto. Ce ne sono altri dieci. Due hanno solo scarabocchi. Sugli altri le scuse rivolte ai gemelli, i figli avuti dal precedente matrimonio. Due volte la parola “Stanca!”.
Poi ancora è emerso un messaggio per la piccola Edith: “L’ultimo viaggio con te piccolo amore indifeso. Scusa”. Un altro poi verso l’ex marito: “Eravamo così belle per te stasera e un’altra volta ci hai abbandonato”. E infine l’ultimo, quello più drammatico: “Affonda la lama. Ormai non ci farai più male”. Subito dopo la tragedia, scoperta nella notte tra domenica e lunedì in un appartamento di Cisliano, nel Milanese, i carabinieri hanno trovato la piccola Edith distesa sul fianco, nel lettone, che sembrava dormire, invece non respirava più. La madre invece è stata trovata in stato di shock accanto al cadavere della figlia, con alcuni tagli superficiali alle braccia e qualcuno più profondo alla pancia, per gli investigatori “forse segno del ripudio della sua gravidanza”. Secondo il Pm Roberto Valli della procura di Pavia, la donna se li sarebbe procurata da sola nel tentativo di suicidarsi.
L’allarme è scattato all’una della notte tra il 7 e l’8 marzo nell’appartamento, chiuso a chiave dall’interno, al pianterreno della palazzina dai muri gialli e grigi di via Mameli a Cisliano, cinquemila anime a ovest di Milano. A lanciarlo il papà della bimba, 44 anni, che aveva appena ricevuto una telefonata sconcertante dalla moglie, con cui si stava separando oramai da un paio di mesi. Un divorzio tormentato e doloroso, fatto di denunce e controdenunce, addii e ritorni. Patrizia lo ha chiamato a mezzanotte e mezza: “Sei libero, sei libero. Ora puoi dedicarti al tuo bar e alle tue cazzate. Edith non c’è più”.
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