L’ex direttore dell’Ema Guido Rasi, che per tre anni è stato anche guida di Aifa, considera un errore lo stop al vaccino anti-Covid di AstraZeneca, arrivato in Italia a breve distanza da una decisione analoga presa dalla Germania. Secondo il professore, intervistato da Open, “in tema di salute pubblica ogni Stato può decidere in autonomia sui rischi di sicurezza. Aifa si è trovata in questa precisa situazione e ha dovuto sottostare alla decisione del Ministero della Salute. L’effetto domino è partito dalla Germania, dove una delle agenzie regolatorie ha osservato che c’era una concomitanza di casi simili di trombosi dopo il vaccino. La Francia a posteriori ha affermato di avere visto casi simili, e subito dopo anche la Spagna”.
Un allarmismo che, però, non trova giustificazione nei dati: “In Italia i casi riscontrati sembrano essere diversi da quelli evidenziati in Germania o Francia: invece di approfondire è stato deciso lo stop, con tutte le conseguenze psicologiche del caso. Tra l’altro, siccome l’Ema ha la possibilità di fare un paragone tra lotti in maniera centralizzata, mi chiedo: perché non hanno permesso all’ente europeo di fare i ragionamenti dovuti prima di buttare in pasto agli scetticismi la campagna vaccinale? Se fosse stata una campagna di prevenzione per una malattia che forse arriverà, lo capirei. Ma qui siamo in piena pandemia e abbiamo la certezza che se non vacciniamo 400 mila persone al giorno, molte moriranno per Covid”.
Secondo Rasi, “vale il principio della proporzionalità: mettere a rischio un numero certo di persone per proteggere un numero incerto di persone – ammesso e non concesso che la causa sia proprio il vaccino – non è corretto. Questa è la responsabilità che le autorità sanitarie dei singoli Stati sono chiamate a prendersi. Il nesso tra il farmaco e i casi di trombosi? “In Germania hanno somministrato circa 1 milione e 700 mila vaccini con AstraZeneca, e ci sono stati 5 o 6 casi di trombosi: vuol dire che succede una volta ogni 300 mila. Trasferendo il ragionamento in Italia, vuol dire che una città come Bari o come Padova, oppure due città della grandezza di Pisa, non avrebbero neanche un caso. Di sicuro, però, senza vaccinazioni registrerebbero un numero ben definibile di morti per Covid”.
Cosa si nasconde, allora, dietro quei casi sospetti? Secondo Rasi “nello svantaggio di essere in ritardo con il piano, abbiamo il vantaggio che altri sono più avanti. Prendiamo il Regno Unito: 24 milioni i vaccinati di cui il 63% con Astrazeneca. Hanno riportato un numero di trombosi uguale a quelle registrati con Pfizer, e un numero identico alle persone non vaccinate. Se nel Regno Unito ci sono questi numeri, e in altri Paesi cifre maggiori – seppur non rischiose – bisognerà verificare le differenze, come fattori di predisposizione di una popolazione rispetto a un’altra, concomitanza con altri farmaci, lotti danneggiati”.
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