Ci mette sempre di più la faccia Chiara Ferragni. Su tematiche importanti e divisive, su quei valori che per lei sono importanti. Sa di sfruttare la sua enorme cassa di risonanza social per sensibilizzare, soprattutto i più giovani, dalla solidarietà alla difesa dei diritti Lgbt. Stavolta, inoltre, ha voluto prendere una posizione netta sulla gestione della campagna vaccinale nella sua Regione, la Lombardia guidata dalla Lega. Il Carroccio, per voce di due consiglieri comunali a Milano, si è quindi scagliato contro la super influencer chiedendo addirittura la restituzione dell’onorificenza ricevuta nello scorso mese di dicembre: il tanto ambito, dai cittadini milanesi, Ambrogino d’oro. (continua dopo la foto)
E così la Lega contro Chiara Ferragni prova a mettersi, per l’ennesima volta, a scudo per difendere la Regione Lombardia (senza mai ammettere problemi molto seri riscontrati fino a oggi). Chiara Ferragni aveva inoltre chiesto al premier Draghi di commissariare la Regione dato il caos che sta regnando cui vaccini. “Apprendiamo con sdegno la strumentalizzazione con la quale Chiara Ferragni ha voluto attaccare Regione Lombardia e chi in questi mesi sta lavorando per vaccinare il maggior numero di lombardi”, si legge in una nota firmata dai consiglieri comunali a Milano del Carroccio, Max Bastoni e Gabriele Abbiati. (continua dopo la foto)
I due scrivono ancora: “Falsificare una notizia al solo fine di mettere sotto attacco la Regione, non solo non è corretto ma appare anche come un atto di falsa propaganda politica, degna dei peggiori regimi comunisti”. Insomma, la posizione della Lega a difesa della Regione risulta quasi ridicola. I problemi c’erano e sono evidenti a tutti. (continua dopo la foto)
Ma loro hanno altre priorità e chiedono alla Ferragni di restituire l’onorificenza: “Riteniamo, inoltre, che personaggi che si prestano a queste falsificazioni non siano degne di poter ricevere l’Ambrogino d’Oro e quindi la signora Ferragni restituisca l’attestato e si metta al lavoro seriamente per il bene dei milanesi e dei lombardi”.
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