Secondo l’Agenzia del Farmaco dell’Ue, l’Ema, “gli eventi rari di trombosi cerebrale sono effetti collaterali molto rari” del vaccino di AstraZeneca. Al netto di ciò, però, il rapporto tra rischi e benefici del preparato di Oxford “restano positivi” e di conseguenza al momento non si raccomanda alcuna limitazione alle inoculazioni per specifiche categorie o fasce d’età, in quanto non ci sono dati ed evidenze sufficienti per farlo a livello europeo.
La decisione, dunque, spetterà ora alle autorità nazionali. Questo, come anticipato da Repubblica, il contenuto del terzo rapporto su AstraZeneca del Prac, il Comitato sulla sicurezza dei farmaci composto dai rappresentanti dei governi Ue, delle autorità nazionali e da personale Ema. In precedenza i tecnici non avevano escluso un legame tra le trombosi e il vaccino anglo-svedese, ma avevano spiegato che non vi erano prove di un link diretto.
Adesso, l’Agenzia Ue parla invece di “probabile” legame, indicando che l’incidenza statistica di trombosi in persone vaccinate con AstraZeneca è superiore a quella della popolazione generale. I casi, tuttavia, restano estremamente rari. Si tratta di 62 eventi di trombosi celebrale e 24 di altro genere su 25 milioni di vaccinati tra Unione europea e Regno Unito.
Nelle prossime ore i ministri europei della Salute si riuniranno in videoconferenza per fare il punto della situazione e decidere se mettere limitazioni all’uso di AstraZeneca. Un documento preparatorio indica che la nuova analisi dell’Ema avrà un impatto sulle campagne vaccinali del Ventisette.
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