Secondo Elisabetta Gardini il governo ha “negato il diritto di manifestare, è uno schiaffo insopportabile agli italiani”. In realtà le manifestazioni ci sono state e sono state autorizzate e in un frizzante dibattito in studio a “Di Martedì”, su La7, è andato in scena una vera e propria lezione di Pierluigi Bersani. L’ex deputata, ora iscritta a Fratelli d’Italia, parla delle chiusure nel nostro Paese e tra i tanti esempi per soffiare sul fuoco ideologico della protesta – sempre più strumentalizzata a livello politico – ha fatto una serie di errori grossolani. (Continua a leggere dopo la foto)
A quel punto, con grande saggezza e sobrietà, Pierluigi Bersani ha provato a spiegare come stanno le cose per frenare l’inarginabile onda populista. Innanzitutto ricordando che le manifestazioni ci sono state, come quella del Movimento IoApro della scorsa settimana a piazza Montecitorio, o a quella andata in scena ieri al Circo Massimo. Insomma, il diritto di manifestare non è stato tolto a nessuno. Primo grande errore – ovviamente consapevole – della Gardini. (Continua a leggere dopo la foto)
Ai manifestanti è stato semplicemente richiesto di rispettare le basilari regole dettate dall’emergenza sanitaria (mascherine e distanziamento sociale), come non accaduto lunedì con il bis della manifestazione dei ristoratori di IoApro, abbandonati da Salvini, e in cui si sono intrufolati i neofascisti di Casapoud per creare scompiglio e disordini. E già basterebbe questo per smentire Elisabetta Gardini. Ma le sue parole si rivolgono direttamente a Pierluigi Bersani, “reo” – secondo lei – di far parte dello stesso partito del Ministro Roberto Speranza. (Continua a leggere dopo la foto)
“Ma perché lo dice a me?”, sbotta Bersani. “Lo dica al virus!”. Perché, nel facile populismo dell’ex deputata di Forza Italia, si dimentica che la pandemia non è stata superata e i numeri di contagi e decessi quotidiani sono ancora altissimi. Ma Gardini ha continuato ad attaccare per le chiusure. E Bersani – come ricostruito anche da nextquotidiano -le ha dato un’altra lezione sul confronto con gli altri Paesi europei. Una debacle.
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