La Calabria è al collasso, con un’impennata di contagi e il piano vaccinale fermo al palo, ma il presidente della Regione, il leghista Nino Spirlì va allo stadio e scoppia la bufera. La Regione, infatti, rischia addirittura di tornare in zona rossa. Solo nella giornata di ieri si sono registrati 560 contagi in più rispetto al giorno precedente e 5 vittime (60 nelle ultime due settimane), per lo più in provincia di Cosenza. Il personale sanitario, inoltre, è ridotto all’osso. In tutto questo, con la Calabria in palese difficoltà anche nella somministrazioni dei vaccini, il presidente facente funzione della Regione, il leghista Nino Spirlì, ha pensato di rilassarsi assistendo lo scorso week-end, in piena zona rossa, alla gara di calcio disputata allo stadio Granillo di Reggio Calabria tra Reggina e Vicenza. (Continua a leggere dopo la foto)
Il presidente della Regione era ospite del sindaco Giuseppe Falcomatà. In barba “all’applicazione del protocollo in modalità porte chiuse” che impedisce la presenza di persone sugli spalti, se non addetti al lavoro. La Procura federale – come riporta il Corriere – “ha aperto due procedimenti per accertare eventuali violazioni. Le gare di calcio professionistico si svolgono infatti a porte chiuse e il protocollo non prevede la presenza delle istituzioni regionali o cittadine. Spirlì sui social è stato sommerso da insulti”. (Continua a leggere dopo la foto)
“Sono vittima di un manipolo di mestatori di fango mediatico che ha tentato di mescolare verità e opinione, col solo fine di attaccare il presidente della Regione”, la sua difesa. Tra i calabresi sta montando l’insofferenza e un accenno di ribellione per l’incapacità delle istituzioni a gestire l’emergenza Covid ma, soprattutto, per le difficoltà di trovare un posto letto negli ospedali. Scrive il Corriere: “In Calabria ne mancano almeno mille. L’ospedale da campo sistemato al quartiere Vaglio Lise di Cosenza, per curare i malati di Covid, costato un milione di euro, è stato riconvertito a centro vaccinale”. (Continua a leggere dopo la foto)
E così due anziani positivi, nelle scorse settimane, sono morti in ambulanza per mancanza di posti letto all’Annunziata di Cosenza. Stanco di questa situazione, mercoledì un gruppo di manifestanti ha occupato la sede dell’Azienda provinciale di Cosenza. Il presidio continuerà sino a quando — fanno sapere — il ministro della Salute Roberto Speranza non si deciderà a venire in Calabria per capire e toccare con mano la realtà sanitaria di questa regione.
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