Un lento avvicinamento che ha portato alla fine al grande salto, quello di Patrizia Baffi, consigliera regionale della Lombardia ex Pd ed ex renziana, finita tra le braccia di Giorgia Meloni, approdata ufficialmente a Fratelli d’Italia dopo un lungo corteggamento. Alle pagine de Il Giornale la diretta interessata, nel confermare la sua scelta di cambiare partito, ha spiegato che i rapporti con Italia Viva erano ormai “logori da settembre”, quando aveva deciso di non partecipare al voto sulla mozione di sfiducia al governatore Attilio Fontana. Da lì una lunga serie di voci sul suo nuovo approdo, finché non è arrivata la conferma: “Fratelli d’Italia è il partito con cui far rialzare la Lombardia”.
Una scelta non immediata, in realtà, stando a quanto rivelato dal Fatto Quotidiano. Secondo il quale Baffi aveva avviato contatti anche con Lega e Forza Italia negli ultimi mesi, puntando dritta alla presidenza di una commissione che nei suoi desideri doveva essere quella della Sanità. Richiesta che però, evidentemente, non era stata accolta dai partiti di Berlusconi e Salvini. Baffi aveva rotto con il proprio schieramento già a inizio maggio 2020, quando non aveva votato la mozione di sfiducia all’allora assessore al Welfare Giulio Gallera, ritenuto dalle opposizioni responsabile della gestione fallimentare della macchina sanitaria lombarda nei primi mesi di pandemia. Scelta poi replicata a settembre, quando sulla graticola era nel frattempo finito il governatore Fontana
Sempre a fine maggio, Baffi aveva dovuto rinunciare a malincuore alla presidenza della commissione d’inchiesta regionale sul Covid-19, ruolo per il quale era stata scelta dalla maggioranza lombarda di centrodestra. Si era detto, all’epoca, che fosse “la contropartita per l’astensione di Italia Viva sul voto per mandare a processo Salvini per il caso Open Arms”. Uno scambio di favori, insomma. Che però non era passato inosservato, scatenando una tale ondata di polemiche, anche a livello nazionale, da spingere la diretta interessata a un passo indietro. Da qui, secondo Il Fatto, la volontà di rifarsi e ottenere il prima possibile un nuovo incarico di prestigio.
“Con questi colleghi condivido la volontà di dare un contributo per far crescere Fratelli D’Italia – ha spiegato Baffi – Mi pongo in punta di piedi, metto a disposizione il mio percorso e la mia storia”. Con tanto di difesa delle sue scelte passate, in particolare la fedeltà più volte sbandierata a Matteo Renzi: “Sono una renziana di ferro, quindi chi dovrebbe piangere di più sul mio addio è Matteo Renzi. Non avrei mai fatto la tessera del Pd senza di lui, mi convinse Renzi con la sua ‘politica del fare’ che condivido ancora”.
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