Da Catania arriva la notizia che il giudice Nunzio Sarpietro ha prosciolto l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini accusato di sequestro di persona nei confronti di 131 migranti trattenuti a bordo della nave Gregoretti nel porto di Augusta, tra il 27 e il 31 luglio 2019, negli ultimi giorni di permanenza al Viminale prima della crisi del governo Conte 1. Come spiega il Corriere, “la decisione del giudice dell’udienza preliminare è arrivata al termine di una lunga e articolata istruttoria, nel corso della quale il gup ha ascoltato le testimonianza dello stesso Conte, degli ex ministri dell’esecutivo trullino-leghista Luigi Di Maio, Danilo Toninelli e Elisabetta Trenta, dell’ambasciatore Massari e dell’attuale ministra Luciana Lamorgese che è succeduta a Salvini al Viminale, ed ha acquisito una gran mole di documenti”.
Anche per esaminare ogni aspetto della questione – a cominciare dalla “collegialità” della gestione della politica migratoria all’inferno del governo – l’udienza s’è trascinata dall’ottobre scorso fino a oggi. La stessa Procura aveva chiesto ripetutamente il non luogo a procedere contro l’ex ministro, confermata in aula dal pubblico ministero Andrea Bonomo nell’ultimo intervento: “Salvini non ha violato alcuna convenzione nazionale e internazionale, le sue scelte sono state condivise dal governo e la sua posizione non integra gli estremi del reato di sequestro di persona perché il fatto non sussiste”.
A rappresentare l’accusa erano rimasti solo gli avvocati di parte civile, in rappresentanza di alcuni migranti e delle associazioni a sostegno dei loro diritti. L’avvocata Giulia Bongiorno, difensore dell’ex ministro, ha sempre sostenuto, in ogni occasione e davanti al gup Sarpietro, che “l’azione penale contro Salvini non doveva neppure iniziare, perché il suo è stato un atto politico insindacabile” perché, ha sostenuto, per il «principio della separazione dei poteri e le decisioni adottate nell’interesse nazionale sono impenetrabili e non possono essere contestate in sede giudiziaria”.
Con la decisione di oggi si chiude una partita processuale, ma per Salvini resta aperta l’altra, quella di Palermo, per l’analoga contestazione di sequestro di persona in danno dei migranti trattenuti a bordo della nave Open Arms, dal 14 al 21 agosto 2019. Lì, a differenza che a Catania, la Procura ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio del leader leghista, per una situazione simile ma non uguale né perfettamente sovrapponibile a quella della Gregoretti.
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