Dire che tra fascisti è facile che si prendano sarebbe fin troppo semplice e riduttivo. Ma che tra le tesi di Alessandro Di Battista, ormai ex M5S ma sulla via del ripensarci, e Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ci sia spesso affinità non è un mistero. E ora c’è un altro fatto ad accomunarli: i loro libri. Entrambi sono infatti freschi di stampa e stanno monopolizzando i talk in tv e le interviste sulla stampa per pubblicizzarli. “Io sono Giorgia”, autobiografia della segretaria di Fratelli d’Italia e “Contro”, di Di Battista, al loro interno hanno anche passaggi politici assai affini. Come ha analizzato Felice Florio su Open, “a mezz’ora in più, il 16 maggio, sia Di Battista sia Meloni sono intervenuti per presentare la propria opera letteraria”, e entrambi hanno esordito chiedendo a Draghi di andare a casa e portare gli italiani alle urne. (Continua a leggere dopo la foto)
Non è la prima volta che i due leader politici intervengono a pochi minuti di distanza, in tv, portando argomentazioni simili. “L’ultima, domenica scorsa: per presentare i propri libri, certo, ma anche contro l’attuale esecutivo. Tornando indietro a due anni e mezzo fa, quando la maggioranza era formata da Movimento 5 stelle e Lega, Di Battista e Meloni fecero un’altra comparsata in quasi perfetta sincronia. Allora il bersaglio non era Draghi, ma la Francia e una valuta utilizzata in 14 Paesi africani”, l’ormai noto franco Cfa. Una su La7, l’altro su Rai1, sbalordendo gli elettori per l’incredibile allineamento. (Continua a leggere dopo la foto)
Analizza ancora Open: “Entrambi laziali, con un’accentuata romanità nello stile comunicativo, Di Battista e Meloni sono quasi coetanei: il primo è nato nel 1978, la seconda un anno prima. E poi quel “Sinistra? Destra? Mi sembrano vecchie classificazioni. Io mi sento fascista”, come affermò Vittorio Di Battista, il padre di Alessandro. Meloni, dal canto suo, non ha mai nascosto di avere un “rapporto sereno con il fascismo” sottolineando che Benito Mussolini “è un personaggio complesso, va storicizzato”. E come dimenticare cosa disse la Meloni quando i 5 stelle hanno votato “sì” su Rousseau all’adesione al governo Draghi? “Rispetto la posizione di Di Battista all’interno del Movimento. Si è battuto per il no”. (Continua a leggere dopo la foto)
Infine, i due “hanno condiviso diverse battaglie, non solo quella del franco delle colonie. Da entrambi sono arrivate pesanti critiche a Barack Obama e, contemporaneamente, elogi per Donald Trump. Ma anche sul versante del Cremlino, Di Battista e Meloni hanno idee simili, lanciando diversi apprezzamenti per Vladimir Putin. E in questa lunga corrispondenza di affinità politiche, scorre nei due leader lo stesso livore nei confronti dei cosiddetti poteri forti. “George Soros, per entrambi, rappresenta uno dei simbolo del nuovo ordine mondiale, della globalizzazione sfrenata e del turbocapitalismo. Per questo, nemico dell’Italia”. Una differenza? Chiude Open: “Lei è tifosissima della Roma, lui è un fan accanito della Lazio”.
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