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Cosa dice davvero il libro di Giorgia Meloni (e cosa preferisce non dire)

Di cosa parla davvero il tanto chiacchierato libro “Io sono Giorgia”, firmato dalla leader di Fratelli d’Italia e promosso ampiamente in questi giorni attraverso social e talk show televisivi? Una risposta non scontata, in realtà, visto che le opinioni in merito sono diverse. Attraverso le pagine dell’Huffington Post, la docente universitaria Sofia Ventura ha dato la propria, personalissima lettura, sottolineando come sia presente “l’ossessione dell’essere sé stessi e rivelare ciò che davvero sì”.

Cosa dice davvero il libro di Giorgia Meloni (e cosa preferisce non dire)

Secondo Ventura “la dimensione intima e personale (raccontata con stile ed evocazioni adolescenziali, o forse da contemporanea influencer – che è un po’ lo stesso – come ha osservato Guia Soncini) occupa interi capitoli e poi si intreccia strada facendo con quella più specificamente politica e valoriale. L’effetto? È quello della Politica Pop, dell’Intimate Politics: la simpatia che la messa in scena del personaggio suscita da un lato abbassa la guardia rispetto al significato dei suoi principi e valori, dall’altro può arrivare a trasformare la valutazione positiva prodottasi sul personaggio medesimo in una valutazione positiva della sua visione e delle sue opinioni. Storia nota”.

Un tentativo di portare a galla un sentimento di simpatia attraverso “una visione che ricalca gli stilemi del populismo, con la contrapposizione manichea e moralistica tra popolo (bene) ed élite (male). Il popolo corrisponde agli italiani comuni, l’élite è un multiforme universo di traditori del popolo. Da Mario Monti ‘esponente autorevole delle consorterie europee’ a Mario Draghi, che potrebbe trasformarsi in ‘un novello cavallo di Troia dell’occupazione franco-tedesca dell’Italia’. Dagli ‘oscuri burocrati’ che hanno in mano l’Unione europea ‘e vorrebbero prescindere dalle identità nazionali, se non cancellarle’, ai ‘sacerdoti del politicamente corretto’, del ‘pensiero liberal e globalista’ che nega il ruolo e il valore delle identità”.

Nel libro di Meloni “la contrapposizione popolo-élite si sovrappone alla dicotomia destra (la sua destra) – sinistra (tutti gli altri). Dipinta come un corpo unico, votata al male del popolo, che poggia su un ‘delirio ideologico’, desiderosa di cancellare le identità, la fede, la storia e che da sempre considera la violenza ‘uno strumento legittimo da usare contro le organizzazioni di destra’. In continuità con il totalitarismo sovietico e comunista, laddove le sue ‘politiche immigrazioniste’ altro non sono che il nuovo volto ‘delle deportazioni di massa dell’epoca sovietica’, la sua ‘demonizzazion’” del concetto di sacro il sostituto della ‘repressione violenta contro le religioni’, la sua lotta contro la ‘famiglia naturale’ la nuova versione della lotta contro la borghesia”.

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