Si sente ”miracolato” Dario Prezioso, il turista che, insieme al figlio di 6 anni, è andato ad un passo dal salire sulla funivia di Stresa che porta al Mottarone, poi precipitata nel vuoto la scorsa domenica 23 maggio, e in cui hanno perso la vita 14 persone. “Quando ho sentito la notizia della funivia mi si è gelato il sangue: in quella cabina potevamo esserci io e il mio bambino di sei anni”. Per una serie di coincidenze l’uomo e suo figlio non sono riusciti a salire sulla cabina della Funivia Stresa-Mottarone che si è schiantata. Dario e il figlioletto infatti avevano già acquistato il biglietto, erano in coda e si apprestavano a salire a bordo della cabina caduta nel vuoto con 15 persone a bordo quando il destino ha voluto che restassero a terra salvandosi perché la cabina aveva già raggiunto la capacità massima di persone che era possibile trasportare. L’uomo e il piccolo sono rimasti così in attesa della cabina successiva che però non hanno mai preso.
Dopo aver visto la morte passargli accanto, Dario ha deciso di raccontare all’Adnkronos la sua esperienza. “Avevo deciso di portare il mio bambino ad Alpiland dove c’è una pista di bob ma per una serie di miracolose coincidenze quando siamo arrivati a prendere la funivia, la cabina che si è schiantata era già al completo e quindi non siamo potuti salire ma eravamo i prossimi e quindi ci siamo fermati ad aspettare la cabina successiva che non abbiamo mai preso”.
“Le persone che si trovavano sulla cabina caduta le avevamo incontrate in coda per i biglietti e avevano anche scambiato qualche parola – aggiunge – poi mentre, in attesa nella stazione intermedia, stavo spiegando a mio figlio come funziona la funivia ho sentito un colpo e ho visto un cavo cadere mentre la cabina che stava scendendo si è immediatamente bloccata. A quel punto ho pensato che lo stesso fosse accaduto alla cabina che stava salendo, ma purtroppo, ho scoperto poi, così non è stato”.
“Subito dopo ci hanno riportato a terra, ci hanno rimborsato il costo del biglietto e io e mio figlio ci siamo allontanati fino a raggiungere una pizzeria sul lago. Mentre andavamo via abbiamo sentito alcune sirene. Un po’ strano ho pensato per un cavo che si è rotto e solo mentre ero in pizzeria ho scoperto cosa era accaduto. In quel momento – ha sottolineato Dario – mi si è gelato il sangue”.
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