Gianluca Pecchini, 68 anni, 40 da direttore generale della Nazionale Cantanti, non ci sta a sopportare l’accusa di sessismo da parte di Aurora Leone e Ciro Prillo dei The Jackal che lo hanno portato alle dimissioni. E in un’intervista a Tpi racconta come sono andate le cose dal suo punto di vista: “Mi sembra tutto paradossale, vivo da sempre circondato da donne, ho tre figlie femmine di cui una chirurgo. Questo deve essere un contrappasso, non lo so. Volevo tutelare la manifestazione come prima cosa. E poi la verità è che forse sono giurassico perché non sapevo bene quanto fosse importante esistere sui social. Ora so che mi devo svegliare, chi ha professioni delicate e che si aprono al pubblico deve stare al passo coi tempi, deve avere una sintonia dialettica per comunicare. Sennò è Davide contro Golia”, attacca. (Continua a leggere dopo la foto)
Racconta Pecchini: “Si dovevano sfidare la Nazionale Cantanti, per cui gli inviti li faccio io, contro quella Campioni per la Ricerca, per cui gli inviti li fa la Fondazione Piemontese per la Ricerca contro il cancro, di cui è presidentessa Allegra Agnelli. Vado a controllare la sala dell’hotel di Torino destinato all’accoglienza degli artisti. Quel giorno c’erano i cantanti, il giorno dopo arrivavano i Campioni per la Ricerca. Ad un altro tavolo io, col presidente dell’Associazione italiana arbitri e due dirigenti della fondazione Candiolo, ovvero Bettarelli e Sala. Poi c’era il tavolo con alcune compagne dei cantanti e il tavolo della terna arbitrale femminile”. (Continua a leggere dopo la foto)
Quindi anche lei e altri uomini non sedevate a quel tavolo. Chi ha deciso di far arbitrare solo donne, chiede Tpi. “Io!”, risponde subito Pecchini. “Avevamo invitato delle donne nella Nazionale Cantanti ma avevano altri impegni e quindi ho pensato di compensare l’assenza femminile scegliendo tre arbitri donne, tra cui Maria Marotta che è la prima donna ad aver arbitrato in serie B. Poi vado al tavolo dei cantanti vedo due persone che non conosco perché non le avevo invitate io: Ciro e Aurora. Di questo mi assumo la colpa: non sapevo chi fossero, forse da lì è scattato il reato di lesa maestà. Ho detto: ‘Questo è il tavolo della Nazionale Cantanti, vi potete mettere a un altro tavolo?’. Un tavolo che era a un metro eh, non chissà dove…”. (Continua a leggere dopo la foto)
Perché questa rigidità? “Ci sono delle piccole regole, dei riti, non so come li vogliamo chiamare. Da sempre la sera prima della partita la squadra è al tavolo insieme, prepara la partita con l’allenatore. Sono cantanti, ma in quell’occasione si sentono calciatori, siamo tutti un po’ bambini a volte. Non so se questo può essere percepito come un rito da trogloditi, ma è così per tutte le squadre alla vigilia di una partita. Anche ai matrimoni c’è il tavolo degli sposi, che male c’è? E aggiungo che comunque i cantanti hanno anche la loro privacy, che io tutelo. Ho invitato Ciro e Aurora a spostarsi. Quella sera a un altro tavolo c’era anche un grosso imprenditore che avrebbe giocato l’indomani con l’altra squadra. Non era neppure lui al tavolo con i cantanti ed era un uomo”. (Continua a leggere dopo la foto)
Conclude Pecchini: “La cosa ha cominciato macerare mentre, dopo essersi spostati, erano al tavolo a mangiare. Loro, da quel che ho capito dopo, sono gestiti da Vincenzo Piscopo, l’editore di Fanpage. Piscopo chiama due volte la responsabile di sala, Augusta Gay, protestando per il trattamento riservato ad Aurora e Ciro e dicendo altro che non voglio riferire perché lei sarà mia testimone quando farò querela per togliermi di dosso tutto questo fango che penso di non meritare. C’erano i due dirigenti della fondazione Candiolo al tavolo con me, perché non l’hanno detto a loro? Mi domando questo. Potevano alzarsi e dire a loro che sono un maleducato o un sessista. Non voglio aggiungere cose che a questo punto ci diremo in altre sedi perché io querelerò entrambi. Ho sperato che dicessero la verità, ma non l’hanno fatto”.
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