Ennesima dimostrazione di come dietro la caduta del governo Conte ci fosse tutt’altro che le motivazioni messe in campo dai principali bombardatori, Renzi in testa. Stavolta si parla della “cabina di regia” per il Recovery plan, o Pnrr. Come ricorda Enrico Mingori su Tpi, “ridicola”, “assurda”, “moltiplicatore di poltrone”, così, circa sei mesi fa, Matteo Renzi apostrofava la cabina di regia annunciata da Giuseppe Conte per la gestione del Recovery Plan. “Era dicembre 2020 e il leader di Italia Viva paventava il rischio che l’allora premier volesse accentrare su di sé ‘pieni poteri’. La “irrispettosa” cabina di regia dell’avvocato pugliese non entrò mai in funzione e a Palazzo Chigi arrivò – per la gioia di Renzi – Mario Draghi”. E adesso? Cosa c’è di nuovo sotto il sole? (Continua a leggere dopo la foto)
Che il 28 maggio 2021 “il Consiglio dei ministri presieduto appunto da Draghi ha approvato il Decreto Semplificazioni che contiene, tra le altre cose, la definizione della cabina di regia che gestirà i progetti del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza). Ebbene – sorpresa delle sorprese – la struttura messa in piedi dall’ex presidente della Banca centrale europea assomiglia molto a quella che era stata pensata da Conte. Con un’importante differenza, però: questa volta Renzi non ha proferito parola”. (Continua a leggere dopo la foto)
Val la pena ricordare come Conte aveva pensato la governance del Pnrr: una cabina politica composta dallo stesso premier e dai ministri di Economia e Sviluppo economico più una sorta di comitato esecutivo di sei membri, ovvero sei manager: uno per ciascuna delle sei linee guida portanti del Piano. Ognuno di questi sei manager avrebbe coordinato un gruppo di lavoro formato da 50 tecnici, per un totale quindi di 300 membri. Ecco perché Renzi parlò di “moltiplicatore di persone”, riferendosi ai 300 membri totali. Del resto gestire oltre 200miliardi di euro di Recovery non è cosa che si può fare in 3. (Continua a leggere dopo la foto)
E la governance del Pnrr varata dal Governo Draghi? Spiega ancora Tpi: “Al vertice c’è una cabina di regia politica, presieduta dal premier, alla quale partecipano di volta in volta i ministri interessati (e in alcuni casi i governatori delle Regioni), a seconda della materia di cui si discute. Questa cabina di regia politica sarà affiancata da una segreteria tecnica composta da 350 membri: figure con un profilo ‘giuridico, informatico, statistico-matematico, ingegneristico gestionale’, da assumere con contratti a tempo determinato che non vadano oltre il 2026”. Differenze? Praticamente nessuna, se non nei numeri: quella di Draghi ha addirittura più membri. Ma ora tutti zitti…
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