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Grillo detta la linea: servono “facce nuove” per il nuovo Movimento 5 Stelle di Conte

Con l’avvento di Giuseppe Conte al vertice del Movimento Cinque Stelle, che fine farà Beppe Grillo? Se lo chiedono un po’ tutti, in questi giorni di grandi incertezze sul futuro pentastellato. Anche se, stando a quanto sta pian piano trapelando dalla formazione grillina, il fondatore non sembra affatto intenzionato a fare un passo indietro, anzi. Il via libera concesso a Conte è limitato a una lunga serie di paletti messi dal comico genovese, che non vuole affatto mollare la presa.

Secondo l’Huffington Post, Grillo avrebbe espresso il desiderio di “vedere un po’ di gente nuova, gente fresca, che ci dia un po’ di energia”, difendendo quel limite dei due mandati fatto “perché la politica non diventasse una professione per i nostri”. Terminata la querelle con Casaleggio sui dati degli iscritti, ora sarà quindi tempo di intraprendere una nuova strada. Con tante difficoltà già ben delineate.

Grillo detta la linea: servono "facce nuove" per il nuovo Movimento 5 Stelle di Conte

Nonostante le parole di Grillo, il fronte più caldo resta proprio il limite dei due mandati. Conte caldeggia da tempo una soluzione a metà tra il mantenimento della regola e la sua totale abolizione, un sistema di deroghe per salvaguardare i più meritevoli. Con Grillo che però insiste sulla volontà di cambiare i vertici del Movimento e con i big, ovviamente, sul piede di guerra, tutti spaventati dall’idea di finire improvvisamente lontani dai riflettori.

Qualcuno, come Filippo Gallinella, ha chiesto di “far decidere gli iscritti”. Altri come Giancarlo Cancellieri sono stati più netti: “È arrivato il momento di superare il limite dei due mandati”. Il rischio è che in tanti, temendo di perdere definitivamente un posto al sole nel Movimento, stiano già iniziando a guardare altrove, pronti a fuggire alla prima occasione utile. Sul tema è intervenuto anche Di Battista: “Avvilente leggere le dichiarazioni di moltissimi parlamentari del M5s che oggi, a pandemia non ancora finita, con la classe media al collasso, con Confindustria che fa il bello ed il cattivo tempo e con una crisi sociale fuori dal comune, preferiscono metter bocca sulla regola del doppio mandato ovviamente con l’obiettivo di cancellarla e poter continuare a vivacchiare nelle istituzioni”.

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