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La vendetta di Conte: così vuole cacciare Grillo e prendersi il M5S

Sfilare il Movimento Cinque Stelle dalle mani di Beppe Grillo, dove è rimasto saldamente per quindici anni, oppure creare gruppi autonomi che finirebbero per assorbire una buona parte dei parlamentari grillini. Queste le alternative sulle quali sta ragionando in questi giorni Giuseppe Conte, dato ormai per scontato lo strappo con il garante pentastellato, sancito da post e uscite pubbliche che segnano il superamento del punto di non ritorno. E con i big del partito ormai abbondantemente nel caos.

La novità, trapelata in queste ore dagli ambienti grillini, è la possibilità che Grillo finisca addirittura sfiduciato dai suoi fedelissimi, convinti che il garante stia trascinando il Movimento verso il baratro. Conte è visto ancora come unica, possibile salvezza, ma la via per far fuori il comico genovese è particolarmente impervia: lo strumento per la sfiducia è infatti nascosto nello stesso Statuto emerso dagli Stati generali e sbandierato da Grillo come base d’appoggio per indire la votazione sul Comitato direttivo che soppianterebbe Conte. Voto che, a questo punto, potrebbe essere evitato.

Come rivelato dall’Huffington Post, infatti, l’articolo 8 recita: “Il Garante resta in carica a tempo indeterminato e può essere revocato, in ogni tempo, su proposta deliberata dal Comitato di Garanzia a maggioranza assoluta dei propri componenti e ratificata da una consultazione in Rete degli iscritti, purché prenda parte alla votazione la maggioranza assoluta degli iscritti”. Il Comitato di Garanzia può dunque indire la sfiducia, senza passare per il consenso di Grillo, e i tre componenti attuali sono tutti molti critici con il garante: Roberta Lombardi, Vito Crimi e Giancarlo Cancellieri.

Una strada possibile ma comunque tortuosa, con Giuseppe Conte che lavora sull’alternativa: fare dei gruppi nei quali assorbire la gran parte della base parlamentare del Movimento Cinque Stelle. Tutti i vertici del partito stanno con l’ex premier, e lo hanno già chiarito: Stefano Patuanelli, Paola Taverna, Ettore Licheri, lo stesso Vito Crimi. Una spaccatura, in ogni caso, sembra inevitabile.

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