L’Italia procede sempre più spedita verso una forma indotta di obbligo vaccinale. Pian piano si procederà ad escludere i non vaccinati da determinate attività e da determinati servizi. Prima i bar e i ristoranti, poi i treni e gli aerei, poi i mezzi pubblici in città e, infine, adesso, anche dagli alloggi universitari. L’ultima grande polemica nasce dall’università di Milano. Come ogni anno stanno pubblicando i bandi attraverso i quali gli studenti che ne abbiano i requisiti di reddito possono richiedere di alloggiare negli studentati ad affitto calmierato. Tra queste anche “La Statale”, che ha però aggiunto un nuovo requisito. (Continua a leggere dopo la foto)
“Gli alloggi saranno disponibili solo per gli studenti che si siano vaccinati”. Come spiega L’Indipendente, “non chiede il possesso del passaporto vaccinale, ma esclusivamente l’avvenuta vaccinazione, facendolo diventare di fatto un obbligo da assolvere per tutti gli studenti che desiderino accedere al diritto della richiesta di alloggio. A pagina 3 del Bando si specifica che è previsto “quale requisito di accesso al posto alloggio di essere muniti della certificazione di avvenuta vaccinazione Covid-19”. (Continua a leggere dopo la foto)
Un requisito ribadito laddove si elencano i requisiti di ammissione, specificando che “alla domanda deve essere allegata la certificazione di avvenuta vaccinazione Covid–19 per chi ne è già in possesso”. E chi non ne fosse ancora in possesso? “Potrà comunque accedere al bando, ma con l’impegno a presentare il certificato di avvenuta vaccinazione entro il 31/12, pena l’esclusione”. In caso di mancanza del requisito “saranno esclusi dalla graduatoria e i posti rimasti vacanti saranno riassegnati mediante scorrimento”. (Continua a leggere dopo la foto)
Non è tutto, in assenza di vaccinazione verranno anche requisite le abitazioni a chi ne avesse ottenuto il diritto negli anni scorsi. Conclude L’Indipendente nel riportare notizia: “Quella dell’Università Statale appare non solo una decisione discutibile. Probabile infatti che possa prestare il fianco a ricorsi dal punto di vista della legittimità. Nei confronti della legge italiana, visto che si lega l’ottenimento del diritto alla somministrazione di un vaccino che non è obbligatorio per legge, ma anche nei confronti della normativa europea che all’art. 36 del regolamento sul cosiddetto “Green Pass” specifica che «È necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate» specificando che la norma anti-discriminazioni vada intesa anche per coloro che «hanno scelto di non essere vaccinate”.
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