Manifestare contro il governo di cui si fa parte. Ecco un altro saggio della Lega, all’interno della quale cresce il fronte dei No-Pass, i quali scenderanno in piazza mercoledì a Roma. “Ma ai ragazzini che rischiano di rimanere fuori dal ristorante, magari con i genitori e i nonni che mangiano dentro perché loro hanno il green pass e i figli e i nipoti no, a questi non ci pensa nessuno?”, si chiede Claudio Borghi, e aggiunge: “In piazza ci vado a titolo personale, succede spesso tra noi che qualcuno si presenti in piazza difendendo una posizione individuale, no? Ci vado per difendere non tanto la libertà; quanto la possibilità di vaccinarsi. Possibilità di vaccino, non obbligo”. (Continua a leggere dopo la foto)
Parte della Lega aderisce quindi alla manifestazione contro il governo Draghi che sarà decisamente irrobustita dalla presenza di un partito della maggioranza che sostiene il governo Draghi, e cioè la Lega. Divertente, no? Oltre a Borghi, ci sarà anche l’ex sottosegretario del governo Conte, Armando Siri, che tra l’altro – come riporta il Corriere – sta dando una mano importante agli organizzatori. Poi ci sarà il senatore Simone Pillon. E la lista di leghisti che si presenteranno domani sera alle 20 in piazza del Popolo, a Roma, per protestare contro l’accelerazione sul green pass impressa dal presidente del Consiglio in persona, rischia di allungarsi. (Continua a leggere dopo la foto)
Anche se, osserva Borghi, “la mia adesione è a titolo personale”; anche se, aggiunge Pillon, “non vedo perché non dovrei aderire, d’altronde in coerenza con la mia posizione contro il green pass avevo già votato contro l’obbligo vaccinale per i medici e il personale sanitario”. E comunque, sempre Pillon, “questa cosa vorrei che la scrivesse: da quando sono nella Lega, apprezzo la grande libertà di coscienza che con la guida di Salvini viene data ai parlamentari”. (Continua a leggere dopo la foto)
E se all’ultimo secondo il leader chiedesse a voi parlamentari di evitare la piazza? “Io sono uno pronto sempre al dialogo e al confronto. Di fronte a un’eventualità del genere, parlo, mi confronto, spiego le mie ragioni e ascolto quelle degli altri”, scandisce il senatore bresciano. Armando Siri solleva la Carta del ’48: “È una questione di libertà. La Costituzione non può essere buona a seconda delle stagioni e solo nelle parti che piacciono, ignorando le altre”.
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