Gli integratori alimentari sono ormai un must nelle case degli italiani. Spesso scelti prima di ricorrere a dei medicinali più forti, chi non ha mai assunto una di quelle pilloline ricche di vitamine, minerali, Omega 3 o altri micronutrienti. Solo in Italia sono circa 32 milioni gli italiani che fanno uso di integratori alimentari, e tra questi circa 18 milioni li usano tutti i giorni, mentre più di 4 milioni qualche volta al mese. Ma la domanda che forse non ci siamo mai posti è funzionano davvero? Secondo uno studio che il Salvagente ha presentato in esclusiva, e condotto dalla professoressa Fabiana Quaglia, ordinario di Tecnologia e legislazione farmaceutiche all’Università degli studi di Napoli Federico II, dipartimento di Farmacia laboratori di Tecnologie farmaceutiche, metà degli integratori che sono stati analizzati in laboratorio attraversano il nostro organismo assolutamente intatti. In pratica non rilasciano alcuna sostanza e si rivelano del tutto inutili. (Continua a leggere dopo la foto)
La professoressa ha spiegato: “Le compresse più diffuse negli integratori alimentari sono rivestite e non. Le non rivestite possono essere monostrato o multistrato. Le rivestite, invece, sono ricoperte con uno o più strati di miscele di varie sostanze; il rivestimento ha diversi scopi tra cui quello di proteggere i principi attivi dalla degradazione, favorire la deglutizione oppure modificare il rilascio del principio attivo in termini di spazio e tempo. In quest’ultima categoria rientrano le compresse gastroresistenti, concepite per resistere al fluido gastrico e rilasciare i principi attivi nel fluido intestinale”. (Continua a leggere dopo la foto)
L’analisi ha mostrato che gli integratori alimentari in compresse attualmente commercializzati, non sono sempre in grado di disaggregarsi in un fluido acquoso. In sostanza in tre casi su sei queste compresse non avrebbero avuto nessun effetto su chi le avesse assunte, se non quello placebo. Il presidente di Federsalus, Germano Scarpa, promette di portare il lavoro pubblicato dal Salvagente alla prima riunione degli associati. Ma resta il nodo dell’assenza di regole. La legislazione europea sugli integratori alimentari non prevede infatti alcun obbligo di un test sulla capacità di queste compresse di disgregarsi.
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