Viviana Bottaro è una donna minuta, con occhi fiammeggianti, che ha segnato la storia del karate olimpico per l’Italia: prima donna italiana a gareggiare nel karate al debutto olimpico, porta a casa anche la prima medaglia dopo aver vinto la finale per il bronzo contro l’americana Sakura Kokumai. La sua specialità è il kata, parola che esprime il concetto di “forma” e si combatte contro un avversario immaginario con gesti plastici o ad altissima velocità. La 33enne di origine genovese, aveva iniziato a praticare questo sport per imparare a difendersi da sola da eventuali aggressori. E invece poi tra Viviana e il karate è sbocciato l’amore: “C’era una palestra sotto casa, e a papà e mamma piaceva l’idea di far fare karate a me e a mia sorella Valeria, con l’idea di potersi difendere un domani – ha detto la campionessa a Repubblica -. Per un genitore che ha due figlie femmine sapere che si possano difendere è una cosa bella. Così sono entrata in palestra, poi mi sono subito innamorata, e da lì non ho più smesso: avevo sei anni”. (Continua a leggere dopo la foto)
E’ stato poi l’incontro con il maestro Albertini ciò che ha segnato la svolta per la Bottaro: “A dieci anni ho incontrato il maestro Claudio Albertini che mi ha cresciuto fino a quando ne avevo ventisei. Poi sono entrata nella Fiamme Oro“. Spinta dalla passione ardente per il karate, la campionessa olimpica ha proseguito il suo percorso sportivo con serenità, prendendo quello che veniva spontaneamente: “Le prospettive di lavoro non erano grandissime, entrare in un gruppo sportivo era difficile per una disciplina non olimpica. Io lo facevo perché mi piaceva, vincevo e le cose sono venute spontaneamente, non c’è stato niente di ossessivo. Nel frattempo mi sono laureata”. (Continua a leggere dopo la foto)
Infatti per la Bottaro all’inizio della sua carriera sportiva, puntare a vincere le Olimpiadi non era il suo primo pensiero: “Noi del karate nemmeno immaginavamo tutto questo, invece siamo arrivati alle Olimpiadi. Da piccola non potevo sognare di diventare campionessa olimpica, perché ai Giochi non eravamo ammessi, quindi sognavo l’oro ai Mondiali”. (Continua a leggere dopo la foto)
I suoi anni suoi anni di sacrifici votati al karate sono stati ben ricompensati, ma qual è il punto di forza della campionessa olimpica? “Essendo bassa, dal baricentro basso, riesco a eseguire tutte le tecniche in maniera rapida. La velocità, quindi, poi l’espressività. A ogni gesto devi dare un significato, e io penso che negli anni sono riuscita a portare non un esercizio fisico, ma qualcosa di più”.
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