L’ultimo aereo americano, un C-17, a lasciato Kabul nelle scorse ore, poco dopo la mezzanotte. Nel frattempo, il generale Kenneth F. McKenzie, a capo del Centcom, il comando unificato delle forze armate americane, si presentava davanti alle telecamere per annunciare ufficialmente: “Missione conclusa”. In mimetica, con la bandiera a stelle e strisce alle spalle, ha dato così il segnale del definitivo passo indietro Usa. Un momento storico.
“Abbiamo lasciato l’Afghanistan con le truppe e il resto del personale diplomatico di base. Gli ultimi a lasciare il paese sono stati l’ambasciatore Ross Wilson e il generale Chris Donahue”, ha detto McKenzie. Si è conclusa così la guerra più lunga nella storia dell’America: “Il ritiro di stasera segna la fine dell’evacuazione del personale e del materiale militare, certo. Ma anche la fine di quella missione iniziata poco dopo l’11 settembre. Ci è costata le vite di 2461 fra militari e civili americani uccisi, inclusi sfortunatamente i 13 marines uccisi giovedì da un attentatore suicida. E poi abbiamo avuto oltre 20 mila feriti. Ma la missione ha assicurato alla giustizia Osama Bin Laden insieme a molti terroristi di Al-Qaida”.
Quella portata avanti dai militari americani nelle ultime due settimane, ha aggiunto il generale “è stata la più grande evacuazione della storia americana: in 18 giorni, abbiamo portato via 79mila civili: 6mila americani e 73mila stranieri. Quest’ultima categoria include richiedenti asilo, personale consolare, afgani a rischio e le loro famiglie. Un risultato importante. Ma i numeri non rendono giustizia alla determinazione, alla grinta, alla flessibilità e alla professionalità degli uomini e delle donne delle forze armate statunitensi e dei nostri partner di coalizione, in grado di unire rapidamente gli sforzi”.
“Non tutti i cittadini americani – ha concluso McKenzie – che lo volevano sono riusciti a lasciare l’Afghanistan”: sarebbero circa 250 quelli rimasti nel paese, cui pure, secondo gli accordi con i fondamentalisti, dovrebbe essere garantita l’uccisa.
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