Anche se il premier ungherese Viktor Orban ha postato sui social network l’immagine della stretta di mano con Papa Francesco, le distanze tra i due restano ancora. Almeno sul tema dell’immigrazione e del rispetto per tutte le diversità. Il viaggio del Pontefice in Ungheria e Slovacchia, iniziato domenica 12 settembre, sembra però voler far cadere la barriera che li divide. Nel primo giorno di colloqui tenuti a Budapest, infatti, Papa Francesco non ha certo mostrato di avere peli sulla lingua.
Alla fine del faccia a faccia con Orban, Bergoglio ha utilizzato parole molto chiare, ispirate a quello che gli addetti ai lavori definiscono il ‘Vangelo dell’accoglienza”. Durante il successivo incontro con i vescovi ungheresi, Francesco ha parlato di immigrazione. È vero che le diverse etnie di migranti che stanno giungendo nei Paesi europei rappresentano una realtà che “almeno in un primo momento spaventa”. Ma, ha aggiunto il Papa citando i versi di un poeta slovacco, anche se “la diversità fa sempre un po’ paura perché mette a rischio le sicurezze acquisite e provoca la stabilità raggiunta, è una grande opportunità per aprire il cuore al messaggio evangelico: amatevi gli uni con gli altri”.
Secondo Papa Francesco, dunque, non bisogna chiudersi “in una rigida difesa della nostra cosiddetta identità”. Un riferimento chiaro, anche se indiretto, alle politiche di Orban, invitato insieme al suo governo ad aprirsi “all’incontro con l’altro”. Nonostante queste parole molto nette pronunciate da Bergoglio, le cronache riferiscono di un incontro, durato circa 40 minuti, svoltosi in un clima di cordialità.
Discutendo del tema della promozione della famiglia, il premier ungherese ha chiesto al Pontefice di adoperarsi per “non far perire il cristianesimo in Ungheria”. Lo stesso Orban nei giorni scorsi aveva detto di voler “proteggere l’Ungheria dalla crisi dei migranti” in arrivo dall’Afghanistan conquistato dai talebani. Parole respinte al mittente anche in questo caso da Papa Francesco: “La croce esorta a mantenere salde la radici, ma senza arroccamenti”.
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