Persino l’energia nucleare divide Giuseppe Conte da Matteo Salvini. La discussione a distanza tra i due è nata dopo che il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha riaperto nei giorni scorsi il dibattito sulla possibilità di utilizzare nuovamente il nucleare in Italia attraverso la costruzione di centrali di nuova generazione. Conte è corso subito da Cingolani per chiarire la questione e per riaffermare la contrarietà del M5S al ricorso al nucleare.
Di tutt’altro avviso, invece, Matteo Salvini. Il leader della Lega, durante la trasmissione radiofonica di Radio 1, Radio Anch’io, ha aperto nettamente alla possibilità di costruire centrali nucleari di nuova generazione, basate sull’uso dell’uranio. “Metterei una centrale nucleare in Lombardia? Sì, che problema c’è”, ha dichiarato senza esitazioni l’ex ministro dell’Interno rispondendo ad una precisa domanda.
Irritato dalla notizia del prossimo aumento fino al 40% della bolletta elettrica, Salvini ha spiegato che “l’Italia è l’unico Paese del G8 senza energia nucleare”. Dunque, a suo modo di vedere, “tornare a studiare un ritorno al nucleare di ultima generazione, moderno, sicuro, pulito e a impatto zero è un dovere”. Secondo Salvini, poi, “l’aumento del 40% dipende da fattori internazionali, avere buoni rapporti con la Russia aiuterebbe”.
Il segretario del Carroccio è fermamente convinto che questo aumento record “è il prezzo della transizione green imposta a tappe e tasse forzate dalle Ue sulla testa delle aziende italiane”. L’unica soluzione, secondo lui, “è tagliare le tasse. Chi paga 100 euro, la maggior parte non sono per l’energia, ma costi di trasporto, costi delle emissioni della Ue, l’Iva. Eliminare l’Iva costerebbe 5 miliardi, tagliarla è doveroso”. Posizione pro nucleare che induce Conte ad una battuta ironica: “Senza voler diventare scortese, Salvini può trasferirsi in Francia”.
Ti potrebbe interessare anche: Il prezzo del nucleare: quanto costano agli italiani le continue indecisioni del governo