Rischia di trasformarsi in una vera e propria odissea, la tornata elettorale di Milano, per la Lega di Matteo Salvini. La candidatura di Luca Bernarndo al sindaco, col passare delle settimane, è andata incontro a sondaggi sempre meno ottimisti. E Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni rischia addirittura di sorprassare, all’interno del capoluogo lombardo, il Carroccio. Uno smacco che, se confermato al voto, sarebbe storico. Ma l’ex ministro degli Interni ha anche un altro problema da gestire: Gianluigi Paragone.
Il senatore ex Movimento Cinque Stelle si è infatti candidato a sua volta come primo cittadino milanese, alla testa del partito Italexit da lui stesso fondato. L’ultimo sondaggio commissionato dalla stessa Lega, dipinge ora Paragone come una potenziale mina vagante: veleggia tra tra il 5 e l’8 per cento, voti per buona parte rubati proprio a Matteo Salvini e company.
Un problema non da poco, che ha aperto riflessioni all’interno della Lega sulle strategie adottate nel recente passato dal segretario. Paragone, con il suo insistere sulla necessità di uscire dall’euro e sui dubbi che circondano ancora i vaccini, rischia infatti di portare via a Salvini un elettorato contrario fin da subito all’ingresso del Carroccio nel governo Draghi. E che non ha poi gradito le posizioni ondivaghe dell’ex ministro, a tratti vicino al premier e a tratti quasi all’opposizione.
A preoccupare Salvini c’è anche un altro dettaglio, non da poco: Paragone infatti verrà sostenuto anche da Grande Nord, il movimento indipendentista che si rifà alla vecchia Lega Nord e che continua a postulare di autonomismo e Padania. Dentro ci sono ex leghisti di peso come Davide Boni, Roberto Bernardelli e Monica Rizzi. Per il Carroccio, uno smacco nello smacco.
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