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Trattativa Stato-mafia: la frecciatina della Boschi a Travaglio?

La sentenza di appello sulla trattativa Stato-mafia fa discutere. I giudici di Palermo hanno assolto da tutte le accuse il politico Marcello Dell’Utri, già braccio destro di Silvio Berlusconi. Assolti anche gli ex ufficiali del Ros dei carabinieri, Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno. Un duro colpo per i magistrati che avevano portato avanti l’inchiesta. E per tutti quelli che avevano creduto alla sentenza di primo grado. A commentare la vicenda, nello studio di Stasera Italia, ci sono il giornalista Augusto Minzolini e la parlamentare renziana Maria Elena Boschi.

“È una sentenza che di fatto fa venir meno uno schema di indagine. – esulta Minzolini – È proprio una filosofia che di fatto in questo Paese ha creato tanti danni che è quella dei teoremi. Cioè quella di sostituire le prove che dovrebbero essere alla base di ogni indagine, con un teorema. Con una tesi. – accusa il giornalista – E questo purtroppo, di fatto, è stato un andazzo che ha caratterizzato e condizionato la storia di questo Paese”.

“Da questo punto di vista, dice giustamente Dell’Utri, il sistema funziona. – prosegue l’ex direttore del Tg1 – Ma è anche vero che sono passati 20 anni. Cioè noi stiamo parlando di una cosa che ha condizionato la vita di tanta gente. E, da un certo punto di vista, ha dato un’immagine addirittura che una parte dello Stato era complice. O comunque ha scelto come interlocutori dei mafiosi”. Minzolini si lancia poi in un paragone tra la mancata trattativa con le Brigate Rosse, che costò la vita all’allora presidente Dc Aldo Moro, e il processo sulla presunta trattativa con la mafia che avrebbe rappresentato secondo lui un danno di immagine per l’Italia.

“È davvero una giornata storica. – afferma raggiante Maria Elena Boschi – Anche perché i boss mafiosi sono stati condannati. Chi non ha commesso il reato sono i rappresentanti delle istituzioni, secondo quello che ci dice la sentenza. E credo che questo sia importante. – spiega – Credo però che dobbiamo anche riconoscere che non c’è soltanto un problema di funzionamento dell’ordinamento giudiziario, che ha tempi troppo lunghi. Ma c’è un altro tema: oggi ha vinto la giustizia rispetto al giustizialismo. – ecco l’affondo contro i giornalisti – Perché non dimentichiamoci che in questi anni ci sono stati anche alcuni giornalisti, una parte del mondo dell’informazione che ha fatto la propria carriera andando nei talk show a parlare di questo accordo Stato-mafia come se fosse una verità assoluta”. Il nome di Marco Travaglio non lo cita direttamente, ma il sospetto che il destinatario delle sue critiche sia proprio lui.

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