Luca Morisi non è più lo spin doctor dei canali social della Lega di Matteo Salvini. Il professore universitario ha annunciato l’abbandono della guida della sua creatura, la Bestia, che tanta fortuna ha portato al segretario leghista sui social negli ultimi anni. Morisi ha motivato la sua decisione inviando una breve lettera ai parlamentari del Carroccio. Ci sarebbero solo ragioni di natura familiare dietro al suo gesto. Ma sugli organi di stampa le ipotesi alternative si sprecano. Quella più gettonata vorrebbe che, contro Morisi, si sia alzata la voce del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, descritto come leader dell’ala governista della Lega.
Secondo la versione fornita dal Fatto Quotidiano, Luca Morisi non sarebbe la prima ‘vittima’ di Giorgetti. Prima di lui, il potente ministro avrebbe “scaricato con un’alzata di spalle” l’ormai ex sottosegretario Claudio Durigon, fedelissimo di Salvini. Tutta colpa della gaffe di Durigon sul parco da intitolare ad Arnaldo Mussolini invece che a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. “Al governo bisogna stare attenti quandosi parla”, avrebbe sentenziato Giorgetti mettendo fine alla presenza nel governo di Durigon.
Il mirino dei governisti della Lega si sarebbe poi spostato proprio su Luca Morisi. Il creatore della Bestia sarebbe stato mal visto, perché il suo modo di fare comunicazione sui social sarebbe stato considerato troppo populista. “Quando si sta al governo non si può comunicare tutto e subito come all’opposizione”. Questa la frase, riportata dal Fatto, pronunciata da un parlamentare di fede giorgettiana.
La pax leghista si sarebbe rotta alla fine di agosto, quando le frizioni tra i salviniani e i governisti sul green pass si sono acuite. A quel punto, la presenta degli uomini dello staff di Luca Morisi al Mise, con il compito di coordinare la comunicazione della Lega, non sarebbe risultata più gradita. “Giorgetti ha imposto che in via Veneto non entrasse più nessuno della squadra di Morisi”, rivela il giornale diretto da Marco Travaglio. A pesare su Morisi anche il calo di click e interazioni sulle pagine social della Lega, dovuto probabilmente alla svolta governista del Carroccio.
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