Carlo Calenda si mostra raggiante dopo le parole spese in suo favore da Giancarlo Giorgetti. Il ministro dello Sviluppo economico leghista ha di fatto scaricato il candidato del centrodestra a Roma, Enrico Michetti, per puntare tutto sul leader di Azione. Un endorsement al quale Calenda replica con un’intervista al Corriere della Sera nel corso della quale non esclude un eventuale governo in tandem con Giorgetti. Ma senza la Lega di Matteo Salvini, precisa.
“Il Paese ha bisogno essenzialmente di questo. Di una classe dirigente liberal-democratica ed europeista fatta di persone che, al di là delle attuali appartenenze, si danno una mano a vicenda”, dichiara Calenda nel corso dell’intervista concessa a Tommaso Labate. “A mio modo di vedere, Michetti non è presentabile come sindaco di Roma. Non è credibile, non ha esperienza. Sta là soltanto perché è amico di Giorgia Meloni e Matteo Salvini”, attacca rispondendo alla domanda sul perché Giorgetti si sia esposto in questa maniera in suo favore.
“Giorgetti è un galantuomo che fa politica, sa riconoscere il valore delle persone, capisce chi può essere utile alla causa di Roma e dell’Italia”, usa parole al miele Calenda. L’ex ministro rivela anche di aver già ringraziato il suo successore al Mise. “in pubblico, e anche in privato con un messaggio”. Poi, alla domanda se sarebbe disponibile a fare parte dello stesso schieramento politico di Giorgetti, risponde a sorpresa: “No di certo se quello schieramento è la Lega. Starei nello stesso governo di Giancarlo Giorgetti. E anche di Antonio Bassolino, che sostengo a Napoli”.
Per Calenda il punto fondamentale è “scardinare questa finta sfida tra destra e sinistra che, come accade a Roma, sotto sotto sono sostenute a turno dallo stesso gruppo di potere che ha sfasciato la città”. Il leader di Azione immagina un’alleanza politica tra europeisti e liberali, “isolando i populismi e i sovranismi di Salvini e Meloni”. Poi conclude: “Io con uno come Salvini non ho nulla a che spartire”.
Potrebbe interessarti anche: Lega spaccata, la rabbia di Salvini contro Giorgetti