La possibile crisi di governo provocata dalla Lega sembra già chiusa prima ancora di aprirsi. O, almeno, è questa l’impressione che si ha leggendo le parole pronunciate da Mario Draghi nella giornata di mercoledì 6 ottobre. Il presidente del Consiglio rassicura sul fatto che il suo governo andrà avanti senza farsi condizionare dalle strategie delle forze politiche che lo sostengono. Matteo Salvini e i suoi tengono però il punto sul no alla delega fiscale e su un eventuale aumento delle tasse che il premier nega. Anche se il segretario del Carroccio annuncia di voler restare nell’esecutivo.
Matteo Salvini non molla nella critica alla delega fiscale, approvata in Cdm senza i voti della Lega. Ma i toni del leader leghista sembrano meno bellicosi di quelli di qualche ora fa. Meglio non fare irritare troppo Draghi forse. “Questa è una patrimoniale. Non ci sarà mai il sostegno della Lega. Non firmo un assegno in bianco a un ministro che dice che si deciderà nel 2026”. E poi, ancora, “la Lega non darà mai il via libera a un aumento delle tasse.
Parole che, a prima vista, non sembrano preannunciare niente di buono per il futuro di governo. Minaccia di crisi dunque? Niente affatto, perché lo stesso Salvini, sollecitato dai giornalisti su questo punto, aggiusta parzialmente il tiro. “Io non vado fuori, semmai lo faranno Conte e Letta”, replica piccato a chi gli chiede se ha intenzione di uscire dal governo Draghi. Posizione stavolta sostenuta anche dai governatori del Nord che firmano un comunicato congiunto per chiedere a Palazzo Chigi un “approfondimento” sulla materia.
Di fronte a questa offensiva leghista, Mario Draghi decide di intervenire nuovamente. “Non c’è nessuna patrimoniale. – ribadisce a denti stretti – Solo trasparenza. Noi abbiamo deciso che non si tocca nulla. Le persone continueranno a pagare quanto pagano oggi”. E poi, la stoccata a Salvini. “Il governo va avanti. L’azione del governo non può seguire il calendario elettorale”, chiude la partita Draghi. Almeno per ora.
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