Enrico Michetti infuriato con Lilli Gruber. La goccia che fa traboccare il vaso della pazienza del candidato del centrodestra al Comune di Roma è il giudizio della giornalista sul suo passato politico. Michetti viene in pratica accusato di provenire da un mondo “neofascista”. Insinuazioni che respinge con durezza al mittente parlando di “vergognose falsità” dette sul suo conto.
Nella serata di mercoledì 6 ottobre, Carlo Calenda è ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo. Il leader di Azione tira le somme della sua partecipazione alla corsa a sindaco della Capitale, dove si è piazzato terzo ottenendo più voti del previsto. L’ex ministro annuncia il suo voto personale al ballottaggio in favore del candidato del centrosinistra, Roberto Gualtieri. Michetti, aggiunge, “non ha uno straccio di programma”.
È in quel momento che la Gruber prova a cogliere la palla al balzo per affondare il colpo proprio contro Michetti. “Il candidato sindaco del centrodestra Michetti, beh, insomma, viene da un mondo della destra destra destra. – obietta la giornalista – Forse anche un po’ neofascista. Enrico Letta dice che chi non vota Gualtieri aiuta il mondo visto nell’inchiesta di Fanpage. Ovvero il mondo dei neofascisti”. Un giudizio senza appello sulle presunte radici fasciste del candidato del centrodestra che provoca la durissima reazione dell’interessato.
“Vergognoso. Sono state dette cose infondate e false, si getta discredito sulle persone e poi ci si interroga sul fatto che le persone non vadano a votare. Così si crea un clima infernale”, sbotta Michetti contro la giornalista. “Sono addolorato di come viene trattata una persona con argomenti totalmente falsi, così si lede l’onore di una persona. Non ho mai avuto rapporti con la destra neofascista, in assoluto”, precisa il politico. “Io sono nato nell’oratorio, sono stato nell’Azione cattolica e ho militato nella democrazia cristiana. Negli ultimi 30 anni sono uscito dalla politica moderata, quando la Dc si è dissolta, e ho iniziato l’attività di assistenza agli amministratori e ai funzionari comunali”, conclude ricordando che la Gruber “non si è scusata pubblicamente nei miei confronti”.
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