Dopo i violenti scontri di sabato scorso a Roma, il ministero dell’Interno sembra intenzionato a cambiare marcia. Il ministro Luciana Lamorgese e i suoi collaboratori sono accusati da più parti di non aver saputo mantenere l’ordine pubblico e di essere stati troppo ‘morbidi’ con le frange più violente dei contestatori no green pass. Emblematico del fallimento dei piani del Viminale è l’assalto alla sede della Cgil di cui si sono resi protagonisti diversi militanti di Forza Nuova. Ma in vista del 15 ottobre e, soprattutto, del G20 del 30 e 31 ottobre, la situazione potrebbe cambiare.
Il Viminale fa autocritica. Insufficienti le forze schierate in strada sabato 9 ottobre in occasione della manifestazione dei no green pass. Sottovalutato il numero delle persone presenti in piazza del Popolo. Tardiva ed insufficiente risposta alle azioni violente messe in atto da alcune centinaia di facinorosi che hanno bloccato per ore il centro della Capitale.
Da oggi, però, tutto dovrebbe cambiare. Per prima cosa verrà approfondito il lavoro di prevenzione sui social network, cercando di capire in anticipo le reali intenzioni di chi scende in piazza. Ma soprattutto si procederà ad un massiccio aumento del numero degli agenti delle forze dell’ordine destinati a garantire l’ordine pubblico. Possibili anche nuove regole di ingaggio, con un allargato uso della forza, fanno sapere dal ministero guidato dalla Lamorgese.
Tutti gli occhi sono adesso puntati su due date considerate a rischio. La prima è quella del 15 ottobre, giorno dell’entrata in vigore dell’obbligo di green pass anche sul posto di lavoro. Si temono nuove clamorose azioni di protesta come quella che ha avuto come obiettivo la sede sindacale. L’altra data cerchiata in rosso sul calendario è poi quella del 30-31 ottobre, quando si apriranno i lavori del G20. Mercoledì prossimo si riunirà il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza proprio allo scopo di discutere la nuova linea del pugno duro.
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