L’ex segretario di Stato americano Colin Powell è morto a 84 a causa delle complicazioni che si sono manifestate dopo essere risultato positivo al Covid. Regolarmente vaccinato con entrambe le dosi previste, il generale (che aveva fatto parte dell’amministrazione George W. Bush) si è spento nel Walter Reed National Medical Center di Bethesda, in Maryland, il più grande centro medico militare degli Stati Uniti.
A dare la notizia della morte di Powell è stata la famiglia dell’ex segretario di Stato, che ha diffuso un comunicato via Facebook in cui si legge: “Il generale Colin Powell ci ha lasciati questa mattina per complicazioni dovute al Covid. Abbiamo perso uno straordinario e amorevole marito, padre, nonno e grande americano”. Nel post anche i ringraziamenti verso tutto lo staff medico che ha cercato fino all’ultimo di fare il possibile.
Powell è stato il primo segretario di Stato afroamericano nella storia d’America. Prima di entrare nell’amministrazione Bush, aveva combattuto in Vietnam e lavorato come diplomatico, consigliere per la sicurezza nazionale e presidente del Joint Chiefs of Staff, organo che riunisce i vertici delle forze armate statunitensi. Molti lo avevano indicato, negli anni Novanta, come possibile presidente Usa, occasione sfumata dopo il discorso all’Onu del 2003 con cui, di fatto, aprì la strada all’intervento militare in Iraq.
Parole di cui Powell si era poi pentito, tanto da ammettere, nel corso di un’intervista rilasciata al Washington Post l’anno successivo, di aver commesso un errore, dopo che la stampa aveva evidenziato come l’Iraq non fosse in possesso delle armi di cui l’ex segretario di Stato aveva dato notizia: “Ripeterei quelle frasi? Non lo so, la presenza degli arsenali costituì l’ultimo tassello che lo rese un pericolo reale e immediato per la regione e per il mondo. L’assenza degli arsenali cambia il calcolo politico, cambia la risposta che si dà”.
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