Ci raccontano da tempo, Giorgia Meloni e Matteo Salvini, che un’emergenza neofascista in Italia non esiste, e chi ne parla tenta soltanto di fare attacchi strumentali contro la destra sovranista. Eppure le testimonianze, in questi giorni, non mancano. E puntano in una direzione ben diversa. Come raccontato, per esempio, da NextQuotidiano, che ha fatto conoscere un locale decisamente “particolare”, per usare un eufemismo, e dal tono molto, molto nostalgico.
“Un posto dove cenare all’insegna di manifesti rievocativi, chi ce lo ha raccontato ne ha parlato come di un museo. Dedicato a Mussolini – si legge sulla testata – Il proprietario è un 61enne nostalgico del Duce, immortalato fiero con un elmetto griffato con un aquila seduto ad uno dei tavoli della sua pizzeria. Si chiama il Mulino, è a Camaiore in Versilia e come arredamento ha optato per il vintage in stile Ventennio, tra foto, poster, effigie richiamanti al fascismo, quadri, slogan, calendari, medaglie, foto di Hitler, celebrazioni della X Mas e simboli della propaganda”.
“Praticamente la pizzeria è un museo di Mussolini – ha riferito uno degli avventori – Cimeli e aforismi scritti sul muro. Il locale ne è tappezzato. Il proprietario si definisce un fascista della prima ora, come se fosse qualcosa di folkloristico e non un crimine punito dalla legge”. E allora ecco fare capolino pagine di giornali dedicate a Mussolini, busti, fotografie d’epoca. Come nulla fosse. E se pensate che il peggio sia passato, sappiate che vi sbagliate.
“Al tavolo offese a tutto spiano a donne, immigrati, omosessuali, governo – hanno spiegato ancora gli avventori – Un bel cliché insomma. Sembra quasi che venga tollerato perché folkloristico”. Notizie del genere non sono nuove, in realtà. In Germania, ad esempio, le autorità si accorsero nei mesi scorsi di un locale pieno di simboli che richiamavano al nazismo. Fu chiuso dopo poche ore, con tanto di pesantissima multa al proprietario. Dalle nostre parti, evidentemente, le cose vanno in altro modo.
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