Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando è indagato. La Guardia di finanza ha notificato l’avviso di chiusura indagini a lui e ad altri 23 tra ex assessori e dirigenti del Comune siciliano. Il reato contestato al primo cittadino è quello di ‘falso materiale commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico’. Lui ovviamente si difende negando ogni addebito e chiedendo di essere ascoltato al più presto dai magistrati.
Secondo quanto ricostruito dagli agenti della Guardia di finanza del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo, sarebbero stati falsificati i numeri delle entrate e delle uscite inserite nei bilanci comunali degli anni 2016, 2017, 2018 e 2019. L’indagine è condotta dai sostituti procuratori palermitani Andrea Fusco e Giulia Beux. Coordinati dal procuratore aggiunto Sergio De Montis.
Le irregolarità contestate a Orlando e agli altri indagati sarebbero state riscontrate in diversi uffici: da quello del condono edilizio a quello dei tributi, dalle risorse patrimoniali alle politiche abitative. Insomma, quasi tutto il Comune di Palermo sembra coinvolto nell’inchiesta. “I pubblici ufficiali – si legge nel provvedimento dei magistrati – sottoscrivevano e inviavano all’ufficio Ragioneria generale delle schede di previsione di entrate sovrastimate. Così inducendo in errore il Consiglio comunale di Palermo sulla verità dell’atto. Determinandolo ad adottare la deliberazione con la quale veniva approvato il bilancio di previsione”.
Accuse gravi e circostanziate, respinte però al mittente dal diretto interessato. “Ho avuto comunicazione dell’avviso di un’indagine. – si difende Leoluca Orlando – Esaminerò gli atti depositati dalla Procura della Repubblica e per fare massima chiarezza attendo di essere ascoltato dai magistrati titolari delle indagini sul merito e sulle competenze in una materia, peraltro, particolarmente tecnica”. Si vedrà ora se il quinto mandato di Leoluca Orlando da sindaco di Palermo verrà interrotto bruscamente dall’inchiesta. Oppure se anche stavolta il politico siciliano riuscirà a superare la burrasca giudiziaria.
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