Alessandro Borghese è amareggiato più che arrabbiato. Durante una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, il cuoco e conduttore televisivo rivela di non riuscire a trovare nuovi giovani collaboratori per il suo ristorante di Milano. Borghese non utilizza mai la parola fannulloni, né attacca direttamente chi è in cerca di lavoro. Ma si lamenta del fatto che i giovani di oggi pretendano certezze e non siano disposti a sacrificarsi più di tanto.
Dunque, Alessandro Borghese non riesce a trovare giovani italiani disposti a lavorare nel suo ristorante di Milano. “Non credo che la figura del cuoco sia in crisi. Ma ci si è accorti che non è un lavoro tutto televisione e luccichii. Si è capito che è faticoso e logorante. – racconta al Corriere il conduttore di Quattro ristoranti – E mentre la mia generazione è cresciuta lavorando a ritmi pazzeschi, oggi è cambiata la mentalità e chi si affaccia a questa professione vuole garanzie”.
I ragazzi pretendono “stipendi più alti, turni regolamentati, percorsi di crescita”, specifica Borghese. “In cambio del sacrificio di tempo, i giovani chiedono certezze e gratificazioni. In effetti prima questo mestiere era sottopagato, oggi i ragazzi non lo accettano”, riflette lo chef. “Con le chiusure tante persone hanno avuto la possibilità di stare in famiglia. – spiega ancora Alessandro Borghese – E hanno cambiato mestiere per avere più tempo. Oggi, infatti, il tempo è la vera moneta”.
“Bisogna lavorare in modo diverso e sta già succedendo. – si mostra però comprensivo – Il riposo e i turni sono fondamentali e noi dobbiamo ascoltare le richieste dei ragazzi e delle ragazze che rendono possibile il nostro lavoro”. “Prima del Covid c’era la fila di ragazzi fuori dai ristoranti. Oggi non si vuole più fare questo lavoro. – affonda poi nuovamente il colpo Alessandro Borghese – Ho un ritmo di due o tre colloqui al giorno, ma non riesco ad assumere, perché tanti non stanno davvero cercando, si vede che non sono interessati. Mentre altri approfittano della situazione, sanno che c’è tanta domanda perciò fanno richieste eccessive”, conclude.
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