Un’inchiesta che rischia di trasformarsi in una bomba, quella della procura di Roma su un traffico di sostanze illecite di nuova generazione. Compreso il ghb, la droga dello stupro divenuta di recente nota al grande pubblico grazie al caso Morisi. Tra i clienti dei pusher ci sono anche attori, professori, avvocati, medici, dipendenti di banca, funzionari pubblici, vigili urbani, preti e perfino un senatore, la cui identità al momento resta ignota. Tra i 39 arrestati anche la sorella dell’attrice Ornella Muti, Claudia Rivelli, finita agli arresti domiciliari. Le intercettazioni pubblicate aprono uno squarcio su un mondo finora sconosciuto.
L’inchiesta della Procura capitolina ha scoperto un grosso giro di sostanze stupefacenti, vendute nel cosiddetto dark web e ordinate direttamente su internet dagli acquirenti. Tra i clienti consumatori di droga dello stupro ci sarebbe, come appena accennato, anche un senatore “che abita davanti alla Cassazione”, dicono gli spacciatori intercettati. La sorella di Ornella Muti è invece accusata di aver fatto arrivare “illecitamente dall’Olanda, con cadenze trimestrali, vari flaconi di Ghb provvedendo a inviarne parte al figlio residente a Londra”.
“Pacco arrivato e nascosto. Fammi sapere notizie mano a mano, se no mi agito troppo fino a giovedì”, scriveva la Rivelli. Tra gli arrestati ci sono anche Danny Beccaria, noto frequentatore dei locali della movida romana, che avrebbe importato “oltre 16 litri di sostanze”. La sua socia Clarissa Capone, il giardiniere Giovanni Bortolotti, Marcello Cerasaro, Cristiano Coccia, il funzionario dell’Ater Pietro Fabbri, considerato dal Gip “vero e proprio motore delle importazioni”, Luca Grillini, Emanuele Patriarca, Enrico Penna, Abdellah Tacherifte e l’odontoiatra Rosa Trunfio.
“Va bene, c’ho quasi ventimila euro…ma sono tutti soldi che ho fatto con la droga…eh cioè sono tutti soldi sporchi”, dice la Capone intercettata. “Cioè pe’ ‘n’attimo sembra come che sta arrivando la morte, invece poi vie’ il paradiso”, afferma un’altra persona parlando della droga dello stupro. “Ce stava il senatore che je servivi”, Beccaria informa così la Capone.
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