Giancarlo Giorgetti aveva usato la metafora di Bud Spencer e Meryl Streep per spiegare la sua bocciatura alla politica estera di Matteo Salvini. Sostenendo che il segretario della Lega sia un campione d’incassi soltanto nei film western, mentre lui vorrebbe portare il partito verso nuovi lidi, lontano dalle gazzarre sovraniste. In difesa del leader del Carroccio è così subito sceso in campo un suo fedelissimo, Claudio Borghi, che in un’intervista a Repubblica si è candidato a novello Terence Hill, tanto per mantenere l’analogia con il grande schermo, prendendo le parti di un Salvini sotto attacco.
“Meryl Streep è di una noia mortale, un’attrice che piace al circo della sinistra… – ha spiegato Borghi a Repubblica- Bud Spencer invece un grande. Snobbato da 50 anni, ma di cui tutti ricordiamo le battute. Lo chiamavano Trinità io lo guardo e riguardo con mio figlio e ci divertiamo ogni volta un mondo. Quando uscì ero appena nato. Cerchi poi su Google la scena del poker in Continuavano a chiamarlo Trinità. Indimenticabile”.
Invece del “politically correct” alla Meryl Streep, insomma, per Borghi è meglio proseguire sulla strada dei cazzotti alla Bud Spencer (“Simpaticamente, col sorriso, come faceva lui”). Bocciatura netta, quindi, per la linea Giorgetti, quella di una Lega più di governo e meno di lotta: “Dobbiamo batterci per delle idee radicali, anche se inizialmente non sembrano godere del successo, ma prima o poi quelle idee, snobbate dai più, diventeranno senso comune”.
Nel frattempo, dopo le parole di Giorgetti a Vespa che hanno creato tensioni, ancora una volta, nella Lega, Salvini ha convocato il Consiglio federale del partito nel tentativo di ribadire a tutti che è lui a comandare. Il ministro dello Sviluppo Economico, nel frattempo, ha gettato acqua sul fuoco sostenendo che le sue frasi siano state “estrapolate dal contesto”.
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